Pubblicato il 19 dicembre 2025 su Punti di vista sul mercato

Mercati privati, un’opportunità chiave per la crescita dei portafogli

La crescita dei mercati privati non è più un fenomeno ciclico, ma una trasformazione strutturale dell’industria del risparmio gestito. Private equity, private debt, infrastrutture e real asset sono ormai al centro delle strategie di banche e asset manager alla ricerca di nuove fonti di rendimento e di alpha. Tuttavia, l’espansione di queste asset class pone sfide complesse: dalla liquidità alla struttura dei prodotti, fino al tema cruciale dell’educazione finanziaria degli investitori.
È quanto emerso dalla tavola rotonda a porte chiuse organizzata da FocusRisparmio, dedicata ai temi del Dossier Mercati Privati del numero di settembre-ottobre. Un confronto che ha visto protagonisti Fideuram ISPB, Banca Aletti ed Euromobiliare Advisory SIM, accomunati da una convinzione condivisa: l’avanzata degli alternativi nei portafogli italiani è in atto, ma richiede modelli distributivi evoluti, advisory specializzata e una segmentazione molto accurata della clientela.

Il nodo culturale secondo Fideuram ISPB

Per Fideuram ISPB, la vera sfida non è tanto l’offerta, quanto il cambio culturale. “Siamo in linea con i dati di mercato, con circa il 2% degli asset investiti in questo settore”, spiega Luca Anzola, head of Multimanager and Alternative Investments, “ma ci abbiamo messo dieci anni per arrivarci. Non è un percorso semplice”.
L’apertura progressiva dei private market alla clientela non istituzionale rende l’educazione finanziaria un passaggio obbligato. “Educare il cliente retail a investire in strumenti illiquidi e complessi è impegnativo, ma è il punto cruciale per il futuro del settore”, sottolinea Anzola.
Per rispondere a esigenze differenti, Fideuram ha costruito un’architettura su più livelli: fondi multi-asset per un primo accesso, selezione di strategie single manager e un modello di advisory dedicata per i patrimoni più elevati. La banca mantiene invece un approccio prudente sui veicoli evergreen: “Li studiamo da due anni, ma preferiamo fare le cose per bene”, afferma Anzola, richiamando le lezioni della crisi del 2008 e i rischi legati a prodotti non pienamente compresi dalla clientela. In questo contesto, la gestione patrimoniale resta uno strumento centrale per flessibilità e capacità di personalizzazione.

Banca Aletti: i mercati privati come fabbrica di alpha

Per Banca Aletti, il private capital è già una componente strutturale dei portafogli evoluti. “Il mondo dei mercati privati è ormai imprescindibile”, afferma Marco Castagna, responsabile Investimenti Alternativi. La spinta arriva dalla convergenza di tre fattori: evoluzione normativa, ampliamento dell’offerta e crescente domanda di rendimento da parte degli investitori più sofisticati.
Il ragionamento si fonda sulla distinzione tra beta e alpha. “I mercati quotati servono a catturare il beta, mentre l’alpha si costruisce soprattutto nei mercati non quotati”, spiega Castagna. Da qui un’offerta che copre tutte le principali asset class private, con una personalizzazione che dipende da patrimonio, livello di competenza e profilo di rischio.
Le allocazioni variano sensibilmente: “Per i patrimoni più contenuti puntiamo a un 10%, mentre per quelli più elevati arriviamo anche al 20-30% del portafoglio”. I clienti meno esperti accedono tramite soluzioni multi-alternative, mentre quelli più sofisticati possono investire in strategie mirate come asset-based lending o club deal.
Un ruolo chiave è giocato dagli ELTIF 2.0. “L’abbassamento delle soglie minime, anche fino a 1.000 euro, ha ampliato notevolmente l’accesso”, osserva Castagna. L’obiettivo dichiarato è chiaro: rendere i mercati privati una componente stabile dei portafogli private, non più una nicchia.

Euromobiliare Advisory SIM: il prezzo della liquidità

La visione di Euromobiliare Advisory SIM introduce una prospettiva più critica e storica. Il gruppo vanta una lunga esperienza nel private equity domestico, risalente ai primi anni Duemila. “All’epoca mancava una visione strategica strutturata”, ricorda Andrea Di Giorgio, Advisory Portfolio Manager & Fund Selector.
Negli ultimi anni, l’offerta è stata ripensata attraverso veicoli assicurativi lussemburghesi e soluzioni costruite su misura per la clientela di grandi dimensioni. “Decidiamo insieme al cliente come strutturare l’investimento”, spiega Di Giorgio.
La cautela riguarda soprattutto l’allargamento indiscriminato dei mercati privati al mass market. “Non è detto che siano adatti a tutti”, avverte, citando complessità come over-commitment, capital call e gestione della liquidità. Anche le soluzioni evergreen, pur più gestibili, introducono interrogativi rilevanti: “Bisogna capire qual è il vero prezzo della liquidità”.
Per questo Euromobiliare punta con decisione sulla selezione come leva fondamentale. In un mercato caratterizzato da forte dispersione dei rendimenti, la qualità dei team e la conoscenza profonda delle aziende in portafoglio diventano determinanti. “Per il cliente finale significa engagement reale e personalizzazione dell’investimento”, conclude Di Giorgio.

Una crescita inevitabile, ma da governare

Il messaggio che emerge dal confronto è chiaro: i mercati privati rappresentano una grande occasione di crescita, ma non una scorciatoia. Servono prodotti adeguati, consulenza evoluta e una segmentazione rigorosa della clientela. Solo così l’espansione degli alternativi potrà tradursi in valore sostenibile, evitando che la promessa di rendimento si trasformi in una fonte di rischio mal compreso.

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