Pubblicato il 17 ottobre 2025 su Punti di vista sul mercato

Fund manager tra euforia e timori: l’AI in bolla, ma il sentiment resta ai massimi

La fiducia dei gestori globali continua a crescere, nonostante il timore che il rally dell’intelligenza artificiale si trasformi in una nuova bolla tecnologica.
Secondo l’ultima Global Fund Manager Survey di Bank of America, oltre la metà degli intervistati ritiene che le azioni legate all’AI si trovino già in una “zona dot-com”, ma l’appetito per il rischio resta elevato e le allocazioni azionarie toccano i livelli più alti degli ultimi otto mesi.

Ottimismo record e liquidità in calo

Il sondaggio di ottobre, che ha coinvolto 166 fund manager con circa 400 miliardi di dollari di asset in gestione, mostra un contesto di fiducia crescente.
La liquidità media nei portafogli è scesa dal 3,9% al 3,8%, minimo da tre anni, segnale di un maggiore orientamento al rischio.

L’atteggiamento positivo è sostenuto da prospettive macroeconomiche più stabili: solo l’8% dei gestori prevede un indebolimento dell’economia globale (contro il 16% di settembre); il 69% considera improbabile una recessione nel breve termine; il 54% attende un soft landing e il 33% addirittura un no landing, cioè crescita senza rallentamento.
In sintesi, le aspettative economiche sono le più solide dal 2020 e il pessimismo di inizio anno sembra ormai superato.

L’AI equity bubble è il rischio più temuto

Per il 54% dei gestori, l’AI è al centro di una vera e propria bolla azionaria. È il rischio più citato, davanti a inflazione e tensioni geopolitiche. Seguono, con minore preoccupazione, la possibile perdita d’indipendenza della Federal Reserve e un ritorno di guerre commerciali, tema che ad aprile era considerato il principale pericolo da oltre l’80% del campione.
Sul fronte delle operazioni di mercato, la strategia più “affollata” è oggi il long gold, che ha superato il “long Magnificent 7” (i sette colossi tecnologici americani). Nel frattempo, il credito privato emerge come il comparto percepito a maggior rischio sistemico.

Intelligenza artificiale: entusiasmo o eccesso?

Solo un mese fa il 41% dei gestori parlava di bolla sull’AI; oggi la percentuale è salita oltre il 50%. Un’inversione netta, che riflette l’eccessiva concentrazione dei flussi nei titoli tech. Tuttavia, il 52% ritiene che l’intelligenza artificiale stia già aumentando la produttività globale, mentre un quarto prevede effetti tangibili solo dopo il 2026.
Sul fronte delle valutazioni di mercato, il 60% dei gestori giudica l’azionario globale sopravvalutato, un dato record nella serie storica di Bank of America. Al contrario, solo il 22% esprime la stessa opinione sull’obbligazionario, segno che i bond tornano a essere considerati una componente di stabilità nei portafogli.

Un equilibrio fragile tra fiducia e prudenza

Il quadro che emerge è duplice: da un lato ottimismo e propensione al rischio, dall’altro il timore che la crescita dell’AI possa sfociare in una bolla speculativa simile a quella di inizio anni 2000. Per ora, i gestori continuano a cavalcare il trend, ma la consapevolezza dei rischi è ai massimi.
Come evidenzia la survey, il mercato vive una fase in cui l’euforia convive con la cautela: i fund manager non vogliono rinunciare alle opportunità dell’AI, ma temono di essere gli ultimi a scendere dal treno.


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