Pubblicato il 8 agosto 2024 su Punti di vista sul mercato

Crollo delle Borse: La Fed è pronta a intervenire. Ecco quando potrebbe tagliare i tassi secondo i gestori

Il forte sell-off innescato dai recenti dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti non accenna a fermarsi. I mercati globali sono sempre più preoccupati da una potenziale recessione e dalla perdita di fiducia nell’intelligenza artificiale come motore di crescita per le big tech. Tuttavia, secondo gli esperti, questa reazione potrebbe essere esagerata. Ecco perché ci sono ancora ragioni per mantenere un approccio ottimista, anche riguardo ai tassi di interesse.

Borse in caduta, con l’Asia in prima linea

La nuova ondata di vendite ha causato ulteriori perdite a Wall Street, con i giganti del settore tecnologico che continuano a subire gli effetti negativi scatenati la scorsa settimana. A poche ore dall’apertura, il Dow Jones registrava un calo del 2,8%, mentre il Nasdaq scendeva di un ulteriore 3,7%. Questi ribassi sono attribuiti ai deludenti risultati trimestrali delle principali aziende tech. Un elemento comune dietro queste performance deludenti è la percezione che l’intelligenza artificiale non stia raggiungendo le aspettative. Un esempio lampante è Intel, che ha perso il 26% del suo valore venerdì scorso dopo aver annunciato risultati inferiori alle attese e un piano di riduzione del personale del 15%. La piazza asiatica ha subito i colpi più duri, con il Nikkei giapponese che ha perso il 12,4%, il peggior risultato dal 1987, mentre lo yen ha toccato i massimi degli ultimi sei mesi. Anche il resto dell’Asia ha subito perdite significative, con il Kospi della Corea del Sud in calo del 9% e mercati in rosso sia in Cina che a Hong Kong. In Europa, il Ftse Mib ha registrato un calo superiore al 2% poco prima della chiusura.

Le cause della paura sui mercati

A preoccupare gli investitori sono principalmente gli ultimi indicatori macroeconomici. I dati ufficiali sull’occupazione negli Stati Uniti hanno rivelato che il tasso di disoccupazione è salito dal 4,1% al 4,3% a luglio, con la creazione di soli 114.000 nuovi posti di lavoro, un dato molto inferiore ai 179.000 di giugno e ben al di sotto delle aspettative di 185.000. Filippo Diodovich, senior Market Strategist di IG Italia, ritiene che questi numeri indicano che la Fed, guidata da Jerome Powell, potrebbe aver tardato troppo nell’adattare la sua politica monetaria. Secondo Diodovich, “gli investitori stanno iniziando a prezzare i rischi di un marcato rallentamento dell’economia USA e una possibile recessione entro il 2025”.

La Fed interviene per calmare i timori

La Federal Reserve ha cercato di rassicurare i mercati attraverso le dichiarazioni di Austan Goolsbee, presidente della Federal Reserve Bank di Chicago, che ha dichiarato alla CNBC: “Se l’economia americana dovesse deteriorarsi, siamo pronti a intervenire”. Sebbene Goolsbee non veda ancora segnali evidenti di recessione, ha riconosciuto che la Fed deve prestare molta attenzione alla debolezza del mercato del lavoro e che non sarebbe logico mantenere una politica restrittiva se l’economia mostrasse segni di indebolimento. Queste dichiarazioni, unite ai dati positivi sui servizi, dovrebbero essere interpretate con ottimismo dagli investitori. L’indice PMI dei servizi, infatti, ha registrato un valore di 51,4 ad agosto, superando la soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione economica, un dato decisamente migliore rispetto alle previsioni degli economisti.

Prospettive sui tassi di interesse e crescita economica

Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, suggerisce che la turbolenza sui mercati, specialmente nel settore tecnologico, potrebbe essere stata amplificata da fattori come la vendita di azioni Apple per un valore di 50 miliardi di dollari da parte di Berkshire Hathaway. Flax nota che “l’aspettativa di un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre è salita dal 25% al 50%” ma crede che la reazione dei mercati sia sproporzionata, poiché “altri indicatori mostrano una tenuta solida dell’economia”. Per questo motivo, non vede un intervento immediato della Fed come necessario.

D’altra parte, Jean-Louis Nakamura di Vontobel ritiene che gli sviluppi recenti potrebbero forzare la mano alla Fed, portando Powell ad abbandonare la sua posizione attendista. Se il calo dei prezzi degli asset rischiosi dovesse proseguire, Nakamura non esclude un taglio dei tassi di emergenza. In questo scenario, si aspetta un forte rimbalzo delle azioni, in particolare nei settori maggiormente influenzati dai driver secolari e dalla sensibilità ai tassi d’interesse, come la tecnologia e l’intelligenza artificiale.

Infine, Álvaro Sanmartín, capo economista di Amchor IS, mantiene un punto di vista ottimista, prevedendo uno scenario di atterraggio morbido per l’economia USA e una progressiva disinflazione. Sanmartín attribuisce il debole dato sulla disoccupazione di luglio a eventi meteorologici avversi e si aspetta un miglioramento ad agosto, che potrebbe tranquillizzare i mercati. Inoltre, sottolinea che i recenti dati macroeconomici indicano una moderazione della crescita piuttosto che una recessione, con previsioni di espansione economica intorno al 2% nel terzo trimestre.

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