Europa, una ripartenza silenziosa che i mercati stanno sottovalutando
Dopo anni di scetticismo e sottoperformance, l’Europa sta tornando gradualmente al centro dell’attenzione degli investitori. Valutazioni contenute, una politica monetaria meno restrittiva e una nuova spinta fiscale e industriale stanno ridisegnando il profilo del Vecchio Continente, che oggi appare più solido e interessante di quanto il consenso di mercato lasci intendere. “L’Europa offre attualmente una combinazione di stabilità e potenziale che non vedevamo da tempo”, osserva Frédéric Jeanmaire, gestore del fondo CT (Lux) Pan European Focus di Columbia Threadneedle Investments. Un mix che, secondo diversi gestori, potrebbe rendere l’area euro una sorpresa positiva nei prossimi anni.
Un ciclo economico più equilibrato
Dopo una fase prolungata di politiche restrittive, l’economia europea mostra segnali di maggiore stabilità. L’inflazione è sotto controllo, i consumi reggono meglio del previsto e gli stimoli fiscali restano un supporto rilevante. “La crescita dell’area euro potrebbe rivelarsi più regolare e meno volatile rispetto a quella statunitense”, sottolinea Roman Gaiser, responsabile della strategia European Short Term High Yield Bond di Columbia Threadneedle. Il cambio euro-dollaro, inoltre, contribuisce a rafforzare la competitività industriale, riducendo i costi energetici e sostenendo settori chiave come manifattura avanzata e automotive.
Azionario europeo: qualità e leadership settoriale
Sul fronte azionario, l’Europa non è più soltanto un mercato “value”. “Le opportunità migliori emergono nei settori capaci di coniugare solidità industriale e crescita strutturale”, spiega Jeanmaire. Industria e finanziari stanno assumendo un ruolo centrale, grazie a gruppi europei leader in nicchie globali come aeronautica, componentistica elettrica e servizi ad alto valore aggiunto. Molte aziende europee, forti di bilanci solidi e strategie focalizzate, hanno migliorato redditività e competitività, beneficiando della transizione energetica e dell’automazione.
Credito: ritorna l’attrattiva
Anche il credito europeo offre spunti interessanti. Nel segmento investment grade, utility e banche si distinguono per caratteristiche difensive, mentre nell’high yield emergono opportunità selettive in settori ciclici come real estate e automotive. “La combinazione di spread ancora interessanti e duration più contenute rende il credito europeo nuovamente appetibile”, osserva Gaiser.
Crescita lenta, ma potenziale ciclico
Dal team multi-asset di Neuberger Berman arriva una lettura più prudente. “Gli asset europei hanno mostrato una resilienza superiore alle attese, nonostante crescita moderata e rischi geopolitici”, afferma Rebekah McMillan, associate portfolio manager. Secondo l’esperta, il potenziale resta intatto, soprattutto se la politica monetaria continuerà ad allentarsi e il commercio globale tornerà a rafforzarsi.
I nuovi motori: energia, difesa e infrastrutture
Le prospettive più interessanti si concentrano nei comparti sostenuti dagli investimenti pubblici e privati. Transizione energetica, difesa, infrastrutture e digitale sono indicati come i principali driver strutturali. Le banche, in particolare, mostrano una tenuta significativa degli utili e dei dividendi.
Politica fiscale e fiducia in ripresa
Per Delphine Arnaud, multi-asset portfolio manager di Edmond de Rothschild AM, il quadro europeo sta cambiando in modo più profondo. “Dopo anni di crescita debole, l’Eurozona potrebbe accelerare tra il 2026 e il 2027”. Il calo del debito pubblico, il miglioramento degli indicatori PMI e l’attuazione del Next Generation EU – di cui resta ancora da erogare circa il 44% – rappresentano un sostegno rilevante alla crescita. A questo si aggiunge il risparmio accumulato dalle famiglie, che potrebbe tornare a sostenere i consumi in uno scenario geopolitico più favorevole.
Germania e mid cap al centro della ripresa
La Germania si prepara a giocare un ruolo chiave. “Il piano di investimenti da 500 miliardi e una maggiore flessibilità fiscale segnano una svolta”, spiega Arnaud. Le mid cap tedesche potrebbero essere tra le principali beneficiarie, con ricadute positive su settori industriali come automotive ed elettrotecnica.
Un’Europa che cambia pelle
Tra politica monetaria più morbida, ritorno della leva fiscale e investimenti produttivi, l’Europa sta lentamente trasformando il proprio modello di crescita. Non più solo un mercato difensivo, ma un’area capace di offrire qualità, innovazione e rendimento nel medio-lungo periodo. “Il Vecchio Continente sta tornando a premiare chi guarda oltre le narrative del passato”, conclude Jeanmaire. Una rinascita discreta, forse sottovalutata, ma già in atto.
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