Pubblicato il 3 luglio 2025 su Punti di vista sul mercato

Un italiano su cinque investe in fondi comuni

Secondo l’ultimo Osservatorio di Assogestioni, oggi un italiano su cinque investe in fondi comuni. Nel 2024, 1,5 milioni di persone hanno sottoscritto questi strumenti per la prima volta. In totale, gli investitori sono saliti a 11,6 milioni, in crescita rispetto agli 11,1 milioni dello scorso anno. Il tasso di partecipazione ha raggiunto così il 19,7% della popolazione.

L’età media degli investitori è di 61 anni. I Boomers rappresentano il 41% dei sottoscrittori e detengono quasi la metà della ricchezza (48%). Ma anche i giovani si stanno facendo avanti: Millennials e Gen Z costituiscono il 15% del totale e possiedono il 6% delle masse gestite. Il 23% dei nuovi investitori del 2024 appartiene a queste generazioni.

Donne, giovani e capitale medio

Il capitale medio investito è salito a 52.000 euro, spinto dai nuovi flussi e dall’andamento positivo dei mercati. Tuttavia, la ricchezza è ancora concentrata: il 25% degli investitori più ricchi detiene il 75% del totale, in linea con le stime di Banca d’Italia.

Quasi sei milioni di italiani investono meno di 21.000 euro, segno che i fondi sono accessibili anche a chi ha disponibilità limitate. Cresce anche la presenza femminile: le donne rappresentano il 47% dei sottoscrittori, contro il 34% del 1996. Il loro investimento medio è di 50.000 euro, poco sotto quello degli uomini (55.000 euro).

Il ritardo rispetto agli USA

Per la prima volta, l’Osservatorio ha confrontato i dati italiani con quelli americani. Negli Stati Uniti, il 35% della Gen Z e il 49% dei Millennials investe già in fondi comuni. In Italia, le percentuali sono molto più basse: solo 7% e 13%. Tuttavia, si vedono segnali positivi: la media investita dai Gen Z è cresciuta a 14.000 euro, quella dei Millennials a 24.000 euro.

Il passaggio generazionale e la longevità sono le grandi sfide del settore. Oggi, il 70% della ricchezza resta nelle mani delle generazioni più anziane.

Nord e Sud: la distanza resta ampia

Il Nord Italia domina il risparmio gestito: qui vive il 64% dei sottoscrittori, che detengono il 68% delle masse investite. Le regioni con la partecipazione più alta sono Emilia-Romagna (30,2%), Lombardia (28,1%) e Piemonte (27,4%). In Lombardia si registra anche l’investimento medio più alto: quasi 59.000 euro.

Al Sud, invece, il risparmio resta più liquido. Qui, la liquidità rappresenta il 70% del portafoglio medio familiare, contro il 45% del Nord. La minore partecipazione è dovuta anche alla scarsa presenza di sportelli bancari e reti di consulenza. In alcune regioni del Sud, la quota investita in fondi comuni è ancora al di sotto del 10%.

PAC in crescita tra i giovani

Il canale bancario resta dominante (95%), ma per i fondi esteri cresce il ruolo dei consulenti (49%). La modalità di sottoscrizione prevalente è ancora il versamento unico (PIC), ma tra gli under 40, oltre il 50% sceglie i piani di accumulo (PAC).

La componente azionaria tende a calare con l’età. Anche tra i giovani italiani resta bassa: meno del 40% di Gen Z e Millennials ha fondi azionari in portafoglio, contro una media del 73-76% tra i coetanei americani.

Infine, si conferma l’home bias: azioni e obbligazioni italiane rappresentano oggi il 20% dei portafogli.

Fonte: Link

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