Piazza Affari sotto pressione: ecco quali titoli soffrono di più con i nuovi dazi USA
I dazi annunciati dall’amministrazione Trump stanno lasciando il segno anche sui titoli quotati a Piazza Affari. Dal 2 aprile, giorno dell’annuncio, il mercato italiano ha registrato un calo marcato, con l’indice Morningstar Italy che ha perso circa il 10,22%, sottoperformando la media europea di circa l’1%. Tra i titoli più penalizzati ci sono quelli particolarmente legati al ciclo economico e con una significativa esposizione al mercato statunitense.
Le aziende italiane più colpite dai dazi
In cima alla lista delle aziende più penalizzate troviamo Stellantis, che ha perso oltre il 20% del proprio valore nelle ultime settimane. La compagnia automobilistica, già provata da un anno difficile con vendite in calo in Europa e Cina, risente in modo particolare dei nuovi dazi a causa della forte dipendenza dal mercato americano, che rappresenta circa la metà del suo fatturato.
Molto colpita anche Tenaris, società che produce tubazioni per il settore energetico, che ha visto crollare il valore delle proprie azioni del 19,83%. Il motivo di questa flessione è doppio: da una parte la forte presenza negli USA (il 44% del fatturato) e dall’altra il forte calo del prezzo del petrolio, sceso sotto i 60 dollari al barile a causa delle preoccupazioni per un rallentamento economico globale.
A soffrire per il prezzo del greggio è stata anche Eni, che registra una perdita del 17,45% nello stesso periodo.
Settore bancario e industriale sotto pressione
Tra i settori più colpiti figura anche quello finanziario, con Mediobanca che ha perso il 18,44%, una performance peggiore rispetto alla media delle banche europee, che pure sono scese del 12,20% nello stesso periodo.
In difficoltà anche il settore industriale, rappresentato da Prysmian, che cede il 17,51%. Nonostante la società abbia cercato di rassicurare gli investitori sulla sua natura “locale” negli Stati Uniti, il titolo ha comunque risentito negativamente del clima generale di tensione generato dai dazi.
I titoli che resistono meglio
Non tutte le aziende, tuttavia, sono state colpite allo stesso modo. Le società farmaceutiche e alcune utilities hanno mostrato maggiore resilienza. Ad esempio, Diasorin, che fino a poco fa manteneva un bilancio positivo, ha subito perdite contenute (-2,30%) solo negli ultimi giorni in seguito alle nuove minacce di dazi sui farmaci da parte degli USA.
Bene anche Recordati e Amplifon, che sono riuscite a limitare le perdite grazie alla natura difensiva del loro settore. Tra le utility, invece, spiccano Snam e Terna, che operando principalmente nel mercato interno italiano non hanno risentito in modo significativo delle nuove tariffe.
Anche Campari ha retto meglio rispetto ad altri titoli, perdendo appena lo 0,91%. Secondo gli analisti di Equita Sim, questa relativa tenuta potrebbe essere spiegata dalla possibilità che l’UE decida di escludere vini e liquori dalla propria lista di dazi ritorsivi contro gli USA, creando un clima più favorevole per il settore.
Il quadro generale europeo
La situazione italiana riflette da vicino le dinamiche osservate su tutti i principali listini europei. In generale, sono stati i settori più sensibili al ciclo economico, come energia, finanza e industria, a subire le perdite maggiori. Al contrario, telecomunicazioni, beni di consumo difensivi e utility hanno saputo reggere meglio la pressione dei nuovi dazi.
In sintesi, i dazi USA stanno mettendo sotto pressione Piazza Affari, premiando le società più difensive e penalizzando quelle con forte esposizione internazionale e ciclica. Gli investitori continueranno certamente a monitorare l’evoluzione della situazione per adattare rapidamente le proprie strategie.
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