Pubblicato il 28 agosto 2025 su Punti di vista sul mercato

OCSE: economia globale in ripresa, ma l’Italia resta indietro

Nel secondo trimestre 2025 l’economia globale ha mostrato segnali incoraggianti. Secondo i dati diffusi dall’OCSE, il prodotto interno lordo dei Paesi membri è cresciuto dello 0,4%, in accelerazione rispetto al +0,2% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Su base annua, la crescita si mantiene stabile all’1,7%, trainata soprattutto dagli Stati Uniti.
Per l’Italia, invece, lo scenario resta più complesso: da un lieve +0,3% si è scesi a -0,1%, confermando le difficoltà strutturali della nostra economia.

Gli Stati Uniti trainano la crescita

Tra i principali motori della ripresa troviamo gli Stati Uniti, che hanno registrato un’espansione dello 0,7% nel secondo trimestre, in netto miglioramento rispetto al +0,1% di inizio anno.

Secondo l’OCSE, la crescita americana è stata favorita dal calo del 10,3% delle importazioni di beni, un rientro fisiologico dopo l’aumento dell’11% osservato nel primo trimestre, probabilmente legato alle aspettative su nuovi dazi commerciali.
Gli altri Paesi del G7 hanno mostrato dinamiche più contenute:
– Francia: crescita dello 0,3%.
– Giappone e Canada: economie sostanzialmente stabili.
– Regno Unito: rallentamento dallo 0,7% allo 0,3%.

L’Europa tra difficoltà e segnali contrastanti

In Europa i dati restano eterogenei. La Germania ha segnato un arretramento dello 0,3%, mentre l’Italia ha registrato un -0,1%, tra i peggiori risultati del trimestre.
Non mancano però sorprese positive: la Danimarca ha recuperato terreno passando da -1,3% a +1,3%, mentre l’Irlanda ha sperimentato il calo più marcato, con un -1%.
Nel complesso, 13 Paesi OCSE hanno migliorato la propria performance rispetto al trimestre precedente, confermando un quadro in cui la ripresa procede a velocità diverse.

La fotografia su base annua

Guardando ai dati tendenziali, la crescita annua del PIL OCSE rimane stabile a +1,7%. Ancora una volta, sono gli Stati Uniti a trainare, con un aumento del 2%, dimostrando una resilienza che continua a distinguere l’economia americana.
In Europa, invece, la Germania chiude con un modesto +0,2% annuo, confermandosi tra le economie più in difficoltà.
Per l’Italia, i numeri ribadiscono la necessità di affrontare le sfide strutturali che frenano la crescita: produttività, investimenti e innovazione restano fattori chiave per colmare il divario con gli altri partner OCSE.


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