Pubblicato il 12 giugno 2025 su Punti di vista sul mercato

Mercati Privati, il retail sarà la prima fonte di raccolta

La nuova spinta ai mercati privati arriva dagli investitori retail. È quanto emerge dal report globale di State Street Corporation, “The New Private Markets Advantage”, che fotografa un cambiamento significativo nel panorama degli investimenti alternativi. Secondo la ricerca, nei prossimi 1-2 anni gli investitori individuali diventeranno la principale fonte di raccolta per il settore, superando i flussi istituzionali.

L’indagine, condotta su 500 investitori istituzionali a livello globale, rileva che oltre la metà degli intervistati prevede una crescita marcata degli investimenti attraverso veicoli semi-liquidi strutturati per il pubblico retail. Si tratta di strumenti innovativi che, grazie a ETF su asset privati e fondi regolamentati come l’LTAF nel Regno Unito o l’ELTIF 2.0 in Europa, stanno rendendo i mercati privati più accessibili anche ai piccoli risparmiatori.

Secondo il report, il 44% degli intervistati considera proprio l’innovazione di prodotto la leva principale per favorire questo processo di democratizzazione, soprattutto in Europa. Negli Stati Uniti, invece, è il tema delle soglie minime di accesso (patrimonio o reddito) a guidare il dibattito.

Retail in ascesa, istituzionali in calo
La percentuale di chi considera i canali retail come principale fonte di raccolta è salita dal 14% al 22% in un anno. Un balzo che riflette non solo l’interesse degli investitori individuali, ma anche un calo delle aspettative sui flussi in arrivo dal mondo istituzionale (dal 51% al 39%).

Come spiega Donna Milrod, Chief Product Officer di State Street, “la democratizzazione dei mercati privati è in corso da tempo, ma il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta decisivo grazie ai fondi retail e ai canali di wealth management”.

Cambia la geografia, cresce l’attenzione alla qualità
Anche le strategie geografiche stanno cambiando. Gli investitori si stanno spostando dai mercati emergenti verso quelli sviluppati, con l’Europa occidentale in forte crescita (dal 43% al 63% di preferenze). Calano invece le intenzioni di investimento verso Asia-Pacifico emergente, Europa orientale, Medio Oriente e Africa.

Questa tendenza si inserisce in una più ampia “fuga verso la qualità”: in un contesto macroeconomico instabile, aumentano le cautele e cresce la selettività, con un’attenzione crescente verso asset più solidi e meno rischiosi.

L’incertezza geopolitica sostiene la domanda, ma complica la definizione di qualità
In un momento di tensioni commerciali globali, i mercati privati offrono rendimenti stabili e volatilità contenuta. Questo li rende attraenti soprattutto per chi cerca protezione nei portafogli. Il private credit, ad esempio, è particolarmente apprezzato: il 42% degli intervistati lo indica come l’area più promettente in termini di stabilità.

Ma la situazione resta fluida. La ridefinizione degli equilibri globali, soprattutto dopo il cosiddetto “Liberation Day”, potrebbe spingere alcuni Paesi a ridurre la dipendenza dagli USA, favorendo asset con esposizione più locale. Un cambiamento che potrebbe influenzare le strategie e ridefinire cosa significa davvero “qualità”.

La sfida dei fondi retail: opportunità e ostacoli
Nonostante le potenzialità, i fondi retail nei mercati privati non sono esenti da rischi. Le riforme necessarie per facilitarne la diffusione potrebbero scontrarsi con altre priorità politiche. E se i rendimenti dovessero deludere, gli investitori retail potrebbero perdere fiducia in questi strumenti.

Tuttavia, in uno scenario di maggiore restrizione fiscale, i governi potrebbero vedere nei fondi retail una nuova via per finanziare obiettivi nazionali, come la difesa, e accelerare le riforme regolatorie.

IA e tecnologia: la chiave per rendere i mercati privati più accessibili
Infine, l’intelligenza artificiale generativa e i modelli linguistici avanzati si stanno affermando come strumenti cruciali per migliorare la gestione dei mercati privati. Oggi l’83% degli intervistati sta sviluppando casi d’uso concreti per trasformare dati non strutturati in insight operativi.

Secondo Chris Rowland di State Street, “la liquidità di portafoglio inizia dalla liquidità dei dati”. Le tecnologie AI non solo aiutano nell’analisi delle performance, ma sono anche decisive per ampliare l’accesso retail, migliorando la trasparenza e la frequenza dei dati disponibili agli investitori individuali.


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