Inflazione in ripresa nell’Eurozona, ma la BCE non rallenterà i tagli
L’indice dei prezzi dell’Eurozona chiude il 2024 in rialzo al 2,4%, trainato dai rincari energetici. Gli analisti prevedono un taglio prudente di 25 punti base da parte della BCE il 30 gennaio.
Il 2024 si conclude con un nuovo incremento dell’inflazione nell’Eurozona. Secondo la stima preliminare di Eurostat, a dicembre il tasso d’inflazione si è attestato al 2,4%, in aumento rispetto al 2,2% di novembre. Questo rimbalzo, pur previsto, è stato principalmente alimentato dall’aumento dei costi dell’energia. Tuttavia, la Banca Centrale Europea non sembra intenzionata a modificare il suo piano di ulteriori tagli ai tassi d’interesse.
Servizi ancora protagonisti dell’aumento dell’inflazione
Anche su base mensile, i prezzi hanno registrato un’accelerazione, con una variazione dello 0,4% rispetto al calo dello -0,3% di novembre. L’inflazione core – che esclude energia, alimentari e tabacco – è rimasta stabile al 2,7%, in linea con le previsioni del mercato. Tra i settori, i servizi continuano a essere il principale motore dell’inflazione, con un incremento al 4% rispetto al 3,9% del mese precedente. Seguono i prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,7%), i beni industriali non energetici (0,5%) e l’energia, che registra una crescita marginale dello 0,1%.
Un taglio di 25 punti base è l’opzione più probabile
Nel corso del 2024, la BCE ha effettuato quattro tagli ai tassi di interesse, avvicinandosi al raggiungimento del suo obiettivo del 2%. Secondo gli analisti, il prossimo incontro del 30 gennaio potrebbe vedere un ulteriore allentamento della politica monetaria, anche se è improbabile che si tratti di un taglio drastico. Un taglio di 25 punti base appare infatti l’ipotesi più accreditata, vista la tenuta dell’inflazione core e dei servizi. “Il recente aumento dell’inflazione giustifica un approccio più cauto”, spiegano gli esperti, anche se una parte del mercato spinge per interventi più aggressivi per sostenere la crescita economica.
Cresce il pessimismo dei consumatori sui prezzi
Ad alimentare la prudenza della BCE ci sono anche i risultati del sondaggio mensile condotto dalla stessa Eurotower, che mostrano un aumento delle aspettative inflazionistiche tra i consumatori. A novembre, l’inflazione percepita sui dodici mesi precedenti è salita al 3,4%, rispetto al 3,2% di ottobre. Le previsioni per i prossimi dodici mesi sono aumentate al 2,6%, e anche le stime a tre anni sono peggiorate, tornando al livello di luglio scorso (2,4%) rispetto al 2,1% di ottobre.
Inflazione nazionale: segnali misti tra i Paesi europei
Dati simili emergono anche dalle rilevazioni nazionali. In Germania, l’inflazione armonizzata annua ha registrato un incremento al 2,9%, superando il 2,6% previsto dagli analisti. In Spagna, l’indice è salito al 2,8%, mentre in Francia si è fermato all’1,8%, leggermente meglio delle stime che prevedevano un aumento all’1,9%. In controtendenza, l’Italia ha chiuso l’anno con una decelerazione dell’inflazione all’1,4%, rispetto all’1,5% di novembre, superando le previsioni degli economisti.
Fonte: Link
I suggerimenti di Fundstore
Il capitale non investito è soggetto a svalutazione dovuto a inflazione e altri fattori. In attesa del momento giusto per investire, Fundstore ti mette a disposizione un Conto Corrente Web che remunera il tuo capitale a un tasso vantaggioso, senza vincoli e senza limiti. Inizia a risparmiare oggi, scopri di più cliccando Qui
Fundstore Team
Il nostro gruppo di lavoro. Pubblichiamo articoli inerenti il funzionamento e le novità di Fundstore e facciamo una selezione del materiale più interessante che riceviamo dalle società di gestione.
Investi con Fundstore
Grazie a Fundstore puoi investire in modo semplice, autonomo, veloce e a costo zero.