Germania in crisi: un biennio di recessione che scuote la locomotiva d’Europa
La Germania, da sempre simbolo di stabilità e crescita economica in Europa, vive una delle fasi più difficili della sua storia recente. Per il secondo anno consecutivo, il Paese è in recessione, con una contrazione del PIL dello 0,2% nel 2024, in linea con le stime governative e degli esperti, dopo il calo dello 0,3% del 2023. Alla base di questa crisi si colloca un mix di fattori: l’aumento dei costi energetici dovuto al conflitto russo-ucraino, una crisi industriale che ha colpito settori chiave come l’automotive e l’incertezza politica in vista delle elezioni anticipate previste per febbraio 2025.
L’industria tedesca in difficoltà: l’auto come simbolo della crisi
Il tracollo del settore manifatturiero, cuore pulsante dell’economia tedesca, ha registrato una performance negativa del -3% nel 2024, secondo i dati di Destatis. Tra i comparti più colpiti figura quello automobilistico, da sempre fiore all’occhiello della Germania, ma oggi simbolo della crisi. Volkswagen, per esempio, ha annunciato tagli drastici: entro il 2030 prevede di eliminare 35.000 posti di lavoro e di ridurre la produzione in patria.
Parallelamente, l’industria soffre l’avanzata cinese, che sta guadagnando quote di mercato significative nei settori chiave dell’auto, della chimica e dei macchinari. Inoltre, le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, alimentate dalla presidenza Trump, e le ritorsioni cinesi contro i dazi dell’UE sui veicoli elettrici aggravano ulteriormente il quadro.
Cosa rende unica questa crisi tedesca?
La doppia recessione non si verificava in Germania dall’inizio degli anni Duemila, quando il Paese, debilitato dai costi della riunificazione, veniva etichettato come il “malato d’Europa”. Oggi, però, i problemi sono di natura più complessa, intrecciando difficoltà congiunturali e strutturali:
- Costi della decarbonizzazione: Il passaggio verso un’economia più green pesa fortemente sulle imprese.
- Invecchiamento demografico: Il Paese è sempre più anziano e soffre una carenza di manodopera qualificata.
- Burocrazia e infrastrutture obsolete: Gli investimenti in innovazione e ammodernamento risultano insufficienti.
- Crisi dei consumi privati: Nonostante l’aumento dei redditi, le famiglie preferiscono risparmiare per timore del futuro.
- Come sottolineato da Ruth Brand, presidente di Destatis, “le famiglie tedesche si sono astenute dall’acquistare a causa dell’incertezza economica”. Anche il mercato del lavoro, tradizionalmente un punto di forza del Paese, mostra i primi segnali di debolezza.
La crisi politica e il futuro incerto
L’instabilità politica rappresenta un ulteriore fattore di incertezza per l’economia tedesca. Le elezioni anticipate del febbraio 2025 promettono mesi di negoziazioni per la formazione di un nuovo governo, mentre il presidente tedesco richiama alla “necessità di stabilità politica” e invita a una campagna elettorale condotta con “rispetto e decenza”.
Gli analisti, tuttavia, non sono ottimisti. Jens-Oliver Niklasch, della banca tedesca LBBW, prevede che il 2025 sarà il terzo anno consecutivo di recessione. A complicare ulteriormente il quadro, si prospetta una possibile guerra commerciale con gli Stati Uniti e l’indebolimento dei rapporti commerciali con la Cina, entrambi mercati chiave per le esportazioni tedesche.
Un quadro europeo più solido, ma non del tutto roseo
In questo contesto difficile, una notizia positiva arriva dal contenimento del deficit pubblico tedesco, che nel 2024 si è attestato al 2,6% del PIL, inferiore alla media UE del 3,1%. Tuttavia, gli esperti concordano sulla necessità di misure drastiche per riportare la Germania in carreggiata. Secondo Carsten Brzeski, di ING Bank, è fondamentale un piano che favorisca:
- Riforme strutturali per rendere l’economia più competitiva;
- Investimenti infrastrutturali per modernizzare il Paese;
- Politiche fiscali più flessibili per stimolare consumi e produzione.
La Germania verso una nuova identità economica?
La crisi economica e politica in Germania non è solo una battuta d’arresto per la “locomotiva d’Europa”, ma anche un banco di prova per il futuro del Paese. Se da un lato il percorso verso la decarbonizzazione e la modernizzazione appare impervio, dall’altro rappresenta un’opportunità per ripensare un modello economico che, sebbene solido, mostra ormai segni di cedimento. Tuttavia, senza riforme incisive e un ritorno della fiducia, il rischio è che la Germania diventi il nuovo “malato d’Europa”.
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