Pubblicato il 6 marzo 2025 su Punti di vista sul mercato

Fondi comuni: cresce l’interesse dei giovani investitori

Negli ultimi anni, il numero di giovani che investono nei fondi comuni è aumentato significativamente. Secondo l’Osservatorio Sottoscrittori di Assogestioni, gli under 35 rappresentano ora il 15% degli investitori, sebbene la quota di masse in loro possesso sia ancora limitata al 10%. Questa tendenza evidenzia la necessità di strategie mirate per consolidare il coinvolgimento delle nuove generazioni nel mondo della finanza.

Il mercato dei fondi comuni: numeri e tendenze

L’industria dei fondi comuni in Italia si presenta in salute. Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Assogestioni, il patrimonio gestito ha raggiunto i 556 miliardi di euro nel 2023, con 11,1 milioni di sottoscrittori. Sebbene la maggioranza degli investitori appartenga alle generazioni Baby Boomers (49%) e Gen X (21%), la quota di Millennials e Gen Z è cresciuta dal 12% al 15% in un solo anno. L’investimento medio degli under 35 è anch’esso aumentato, passando da 18.000 a 21.000 euro per i nati prima del 1995 e da 13.000 a 18.000 euro per i più giovani.

Un trend destinato a consolidarsi

Secondo la Fidelity Global Sentiment Survey, i giovani italiani mostrano un atteggiamento più positivo verso il futuro finanziario rispetto alle generazioni precedenti. Il 58% dei giovani tra i 20 e i 38 anni è ottimista sul breve termine, mentre il 37% crede nella pianificazione a lungo termine. Inoltre, rispetto alle generazioni più anziane, Millennials e Gen Z hanno incrementato i loro risparmi del 32% e aumentato la loro contribuzione pensionistica al 31%.

Questo cambiamento sembra riflettere un’evoluzione strutturale piuttosto che una fase momentanea, soprattutto considerando l’aumento di strumenti di investimento innovativi. Secondo Massimo Mazzini, vicedirettore generale di Eurizon, il Rapporto Assogestioni-Censis indica che l’89,5% degli under 35 risparmia anche per periodi brevi, segno di una crescente consapevolezza finanziaria.

Educazione finanziaria e accessibilità

Nonostante il crescente interesse dei giovani per gli investimenti, il gap in termini di educazione finanziaria rimane significativo. L’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici, grazie alla legge Capitali, è un primo passo nella giusta direzione. Tuttavia, secondo gli esperti del settore, è necessario un maggiore impegno tra pubblico e privato per migliorare la cultura finanziaria e favorire decisioni di investimento più informate.

Piattaforme digitali e nuovi strumenti finanziari

Un’altra sfida riguarda l’adattamento delle piattaforme di investimento alle esigenze dei giovani. Secondo Alessandro Rongo di Franklin Templeton Italy, molte piattaforme attuali non soddisfano le aspettative digitali delle nuove generazioni, presentando interfacce obsolete e processi di accesso complessi. Migliorare l’esperienza utente con applicazioni intuitive e strumenti di educazione interattiva potrebbe favorire un maggiore coinvolgimento dei giovani investitori.

Il ruolo dei consulenti e l’evoluzione dell’offerta

Oltre alle piattaforme digitali, la consulenza finanziaria gioca un ruolo chiave. Un approccio basato su una comunicazione efficace e l’uso di strumenti come il goal-based investing potrebbe aiutare i giovani a gestire meglio il proprio portafoglio e pianificare investimenti a lungo termine. Inoltre, i piani di accumulo del capitale (PAC) rappresentano una soluzione efficace per i giovani investitori, permettendo loro di mitigare il rischio della volatilità di mercato e sfruttare l’effetto dell’interesse composto nel tempo.

Il crescente interesse dei giovani per i fondi comuni rappresenta un’opportunità per l’industria finanziaria, che dovrà adattarsi a questa nuova domanda attraverso strumenti più accessibili, consulenza mirata e un maggiore impegno nell’educazione finanziaria. La chiave per consolidare questo trend sarà un equilibrio tra innovazione digitale, formazione e un’offerta di prodotti più adatta alle esigenze delle nuove generazioni.

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