Pubblicato il 19 giugno 2025 su Punti di vista sul mercato

Fed ferma sui tassi, tensioni con Trump: previste due riduzioni nel 2025

La Federal Reserve ha confermato ieri il mantenimento dei tassi d’interesse nel range tra il 4,25% e il 4,5%, invariato da dicembre 2024, ma ha ribadito l’intenzione di procedere con due tagli da 25 punti base ciascuno entro la fine dell’anno.

Nonostante questa decisione fosse ampiamente attesa dai mercati, permangono forti incertezze sullo scenario economico americano. La crescita economica sta infatti rallentando, l’inflazione resta alta e il mercato del lavoro dà segnali di indebolimento.

“Al momento, siamo ben posizionati per attendere ulteriori indicazioni sull’andamento dell’economia prima di intervenire sulla politica monetaria”, ha dichiarato Jerome Powell, presidente della Fed.

Il cosiddetto “dot plot”, strumento con cui i membri del FOMC esprimono le proprie previsioni sui tassi futuri, continua a indicare due riduzioni entro fine anno, ma evidenzia un crescente dissenso interno: 7 membri su 19, rispetto ai 4 di marzo, ora ritengono che non vi saranno tagli nel 2025. Sono stati inoltre eliminati i tagli previsti per il 2026 e il 2027, riducendo così il ciclo complessivo di allentamento monetario di un punto percentuale.

Il rischio stagflazione
Le nuove previsioni economiche della Fed sono più pessimistiche: il PIL per il 2025 è stato rivisto al ribasso, passando dall’1,7% all’1,4%. L’inflazione, misurata dall’indice PCE, è attesa ora al 3%, in crescita di 0,3 punti rispetto alle precedenti stime. Anche l’inflazione core (escludendo alimentari ed energia) è salita al 3,1%. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare dal 4,2% attuale al 4,5%.

Il comunicato della Fed ha sottolineato la persistente incertezza economica, pur riconoscendo una leggera riduzione del rischio complessivo: “Il Comitato resta vigile sui rischi relativi al proprio mandato”.

Trump all’attacco
La politica monetaria è tornata al centro dello scontro politico con l’ex presidente Donald Trump che ha duramente criticato Powell: “Powell è uno stupido per non aver tagliato i tassi. Dovrebbero essere almeno due punti percentuali più bassi. Pagheremmo molto meno interessi sul debito. In Europa ci sono state 10 riduzioni, da noi nessuna”, ha affermato Trump, puntando il dito anche contro Biden per aver confermato Powell nel 2022, dimenticando però che fu proprio lui a nominarlo nel 2018.

Trump ha inoltre anticipato che svelerà presto il suo candidato alla guida della Fed una volta terminato il mandato di Powell, previsto a maggio 2026. Tra i possibili successori ci sarebbero Scott Bessent e Kevin Warsh.

Le opinioni degli analisti
Secondo Robert Lind, economista di Capital Group, la Fed deve bilanciare attentamente inflazione persistente, rallentamento economico e incertezze politiche. “La storia insegna che i mercati possono adattarsi e recuperare da shock significativi. Continuiamo dunque a concentrarci su fondamentali solidi con una prospettiva a lungo termine, sfruttando analisi approfondite per individuare le migliori opportunità”, ha spiegato Lind.

Per Allison Boxer di PIMCO, il percorso dei tassi sarà determinato dalle aspettative sull’inflazione e dall’andamento del mercato del lavoro. “Se il mercato del lavoro resterà forte, è possibile che non ci siano tagli o che siano minimi. Se invece l’occupazione dovesse peggiorare sensibilmente, la Fed potrebbe optare per tagli più decisi e rapidi”, ha concluso Boxer.


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