BCE: taglio dei tassi a giugno, ma il futuro resta incerto
La Banca Centrale Europea ha abbassato i tassi di interesse dell’Eurozona di 25 punti base. Il tasso sui depositi scende così al 2%. Si tratta dell’ottavo taglio complessivo e del settimo consecutivo. Ma questa decisione potrebbe essere l’ultima prevedibile: crescono i dubbi sulle prossime mosse di politica monetaria.
Le nuove stime su inflazione e crescita
Con il nuovo taglio, la BCE ha rivisto al ribasso le previsioni economiche. L’inflazione media è ora attesa al 2% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e di nuovo al 2% nel 2027. La crescita del PIL resta stimata allo 0,9% per il 2025, mentre scende leggermente all’1,1% per il 2026. Rimane stabile all’1,3% nel 2027.
Christine Lagarde ha ribadito che i rischi per la crescita restano concreti. Le tensioni commerciali e il rafforzamento dell’euro rendono più difficile esportare. Tuttavia, ha anche evidenziato segnali di solidità: mercato del lavoro forte, salari in crescita e più spesa pubblica per la difesa.
Nessun taglio a luglio, poi si vedrà
Gli analisti concordano su un punto: a luglio la BCE dovrebbe prendersi una pausa. Dopo, lo scenario resta aperto. Per alcuni gestori, ci sarà un solo altro taglio entro fine anno. Per altri, potrebbero arrivarne due. E c’è anche chi crede che il ciclo di allentamento sia già finito.
Roelof Salomons (BlackRock) ritiene che la BCE manterrà le mani libere, senza vincolarsi a un calendario preciso. Carsten Brzeski (ING) ipotizza un’estate di attesa, con un altro taglio possibile in autunno. David Chappell (Columbia Threadneedle) sottolinea invece come Lagarde, nella conferenza stampa, abbia mostrato un tono più rigido del previsto.
Previsioni contrastanti per il 2025
Per Altaf Kassam (State Street Global Advisors), ci sarà un solo taglio nel 2025. Ma tutto dipenderà dai dati. Konstantin Veit (Pimco) prevede un nuovo intervento a settembre, mentre Simon Dangoor (Goldman Sachs) si aspetta due tagli complessivi, con un tasso sui depositi che potrebbe scendere fino all’1,5%.
Dall’altra parte, Sylvain Broyer (S&P Global Ratings) avverte: il ciclo di tagli potrebbe essere terminato. E se l’economia resiste agli shock, nel 2026 si potrebbe tornare ad alzare i tassi, complici i colli di bottiglia nel lavoro e nuovi stimoli fiscali, soprattutto in Germania.
Il mercato guarda oltre
Intanto, i mercati sembrano premiare l’approccio cauto della BCE. Gli asset rischiosi restano sostenuti, mentre i gestori mantengono un atteggiamento selettivo. Le aree sotto osservazione includono difesa, infrastrutture e finanza, ma il focus rimane su crescita, inflazione e sviluppo dei dazi USA.
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