Pubblicato il 5 dicembre 2025 su Punti di vista sul mercato

2026 l’anno della svolta per le obbligazioni: le strategie chiave secondo Nuveen

Il 2026 potrebbe rappresentare un punto di svolta per il mercato obbligazionario globale. Dopo un biennio segnato da politiche monetarie aggressive, crescita in rallentamento e un’inflazione ancora irregolare, le dinamiche sembrano pronte a cambiare. A sostenerlo è Laura Cooper, responsabile della strategia macro di Nuveen, che vede nelle obbligazioni un terreno ricco di opportunità, ma anche di rischi da gestire con un approccio più sofisticato rispetto al passato.
Cooper individua tre forze principali che definiranno il prossimo anno per il reddito fisso: la fine dei cicli di allentamento monetario, il ritorno centrale della politica fiscale e la progressiva convergenza tra mercati sviluppati ed emergenti in termini di rischi e segnali macro.

Un contesto diverso, che richiede nuovi strumenti

Il 2025 ha lasciato in eredità valutazioni elevate e una resilienza economica sorprendente, soprattutto negli Stati Uniti. Per Cooper, questo significa che nel 2026 inseguire il rischio “di indice” non offrirà più il medesimo rapporto rischio-rendimento. Sarà indispensabile spingersi oltre gli strumenti più liquidi e tradizionali, accettando una componente di illiquidità pur di accedere a nuove fonti di valore.
Nonostante ciò, la stratega vede ancora spazio per un orientamento “risk-on”, privilegiando la qualità del credito, ma con uno sguardo più convinto verso i segmenti sub-investment grade, sostenuti dalla solidità della crescita americana.
Accanto ai fattori di mercato, un ruolo crescente sarà giocato dalla politica fiscale: i governi, e non più soltanto le banche centrali, influenzeranno i flussi finanziari attraverso incentivi, investimenti e gestione dei deficit. “Gli investitori – osserva Cooper – dovranno adottare lo stesso tipo di lettura che per anni è stata riservata ai mercati emergenti, perché molte delle loro dinamiche oggi si applicano anche all’Occidente”.

Fed e BCE: due strade che si separano

Dopo anni di politica monetaria sostanzialmente sincronizzata, il 2026 segnerà l’inizio di un nuovo ciclo fatto di divergenze.
Nuveen prevede che la Federal Reserve taglierà i tassi altre due volte nei prossimi dodici mesi. Un percorso ancora prudente, frutto dell’equilibrio tra rischi inflazionistici e solidità dell’economia americana, che continua a sorprendere per capacità di assorbire shock.
Molto diversa la situazione della Banca Centrale Europea. Cooper ritiene infatti che la BCE abbia di fatto concluso il proprio ciclo di riduzione dei tassi e che, a differenza del consenso, possa addirittura valutare un rialzo entro fine 2026. Il motivo? La valutazione che la politica attuale sia già “appropriata” e che i rischi si stiano muovendo verso un punto di equilibrio, più che verso il basso.

Dove trovare valore: USA, cartolarizzazioni e debito emergente

Gli investitori europei, secondo Cooper, continueranno a guardare con favore al mercato obbligazionario statunitense anche nel 2026, complice la riduzione dei costi di copertura valutaria.
Ma non è l’unica area interessante. Nuveen vede valore anche in:

  • credito cartolarizzato e CLO, per la capacità di offrire rendimento aggiustato per il rischio;
  • debito dei mercati emergenti, sostenuto dal calo del dollaro e dalle prospettive economiche migliorate;
  • debito emergente in valuta locale, che beneficia di condizioni monetarie più accomodanti nei Paesi in via di sviluppo.

Anche per un investitore europeo coperto dal rischio cambio, questi segmenti offrono oggi un premio potenzialmente più interessante rispetto al credito investment grade domestico.

Perché l’inflazione resta il rischio più sottovalutato

Nonostante il raffreddamento dei prezzi osservato nel 2025, secondo Cooper i mercati sottovalutano ancora il rischio inflazione. Gli annunci tariffari negli Stati Uniti e gli squilibri fiscali potrebbero riattivare pressioni sui prezzi, mantenendo l’inflazione sopra il 2% anche nel 2026.
Per questo motivo, Nuveen considera le obbligazioni indicizzate all’inflazione una componente strategica dei portafogli il prossimo anno. Allo stesso tempo, Cooper invita a evitare una duration troppo lunga, poiché eventuali rialzi inattesi dei premi a termine potrebbero penalizzare fortemente i bond a lunga scadenza.

Spread ai minimi, geopolitica in primo piano: i rischi da monitorare

Il 2025 ha visto una compressione storica degli spread, e per il 2026 Nuveen prevede un leggero allargamento. Non abbastanza da minacciare il quadro generale, ma sufficiente da richiedere prudenza.
I principali rischi individuati da Cooper sono: inflazione persistente, soprattutto negli Stati Uniti; tensioni geopolitiche, che potrebbero colpire supply chain e prezzi dell’energia; pressioni fiscali, con il crescente deficit americano e il cosiddetto “big beautiful Bill”; rischi politici legati alla Fed, che nel 2026 vedrà una significativa rotazione interna e potrebbe subire pressioni verso una stance più accomodante.
Un cambio di rotta troppo repentino – avverte Cooper – potrebbe mettere in discussione l’indipendenza stessa della banca centrale.

2026: un anno di opportunità, ma non per tutti

La conclusione della stratega di Nuveen è chiara: il contesto del 2026 apre nuove strade per il reddito fisso, ma richiede un approccio diverso dal passato. Sarà un anno in cui la qualità, la selezione e la ricerca di asset non tradizionali determineranno la capacità di generare rendimento.


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