Tassi in calo e riprende lievemente la domanda di mutui
Dopo un lungo periodo di stagnazione, arrivano segnali di miglioramento nel mercato dei mutui per l’acquisto di immobili. Tuttavia, la domanda rimane ancora fiacca. Il calo osservato negli ultimi mesi è stato causato dall’innalzamento dei tassi di interesse da parte della BCE, una misura adottata dalla metà del 2022 per combattere l’inflazione crescente dovuta alla guerra in Ucraina e alla ripresa post-pandemia. Adesso, il trend sembra mostrare i primi segnali di ripresa, seppur in maniera graduale. Diverso il quadro per le imprese italiane, che rimangono prudenti e preferiscono utilizzare la propria liquidità invece di ricorrere al credito, data l’attuale contesto di tassi ancora relativamente elevati.
Il quadro economico è stato tracciato dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) nel corso del suo seminario annuale a Firenze. Durante l’evento, è emerso come la ripresa del credito sia ancora timida, con le imprese che tendono a fare affidamento sulle proprie risorse piuttosto che chiedere prestiti. I tassi d’interesse, tuttavia, mostrano un trend discendente, con previsioni di ulteriori cali nei prossimi mesi, secondo quanto affermato dal vicedirettore generale vicario dell’ABI, Gianfranco Torriero.
Il calo dei tassi di interesse e la ripresa delle richieste di mutuo
A partire da ottobre 2023, il calo dei tassi di mercato ha cominciato a consolidarsi, contribuendo a una leggera ripresa delle richieste di mutui, che resta comunque fragile. Le condizioni macroeconomiche continuano a rappresentare una sfida, con il PIL italiano previsto tra lo 0,8% e l’1% nel 2024, secondo stime raccolte dall’ABI. Nonostante ciò, Torriero ha sottolineato che, dopo un periodo di contrazione, i mutui per l’acquisto di abitazioni sono tornati a crescere, anche se a ritmi contenuti.
Il rallentamento della domanda di credito, soprattutto da parte delle imprese, è principalmente attribuibile alle condizioni di mercato e ai tassi di interesse ancora elevati. Molte aziende preferiscono attingere alla propria liquidità piuttosto che richiedere finanziamenti esterni. Questo fenomeno si spiega con l’incremento dei depositi accumulati dalle imprese durante gli anni precedenti, in cui la produzione industriale ha registrato un calo continuo, scendendo del 3,2% nel solo mese di agosto.
Riduzione degli sportelli bancari e aumento del digital banking
Oltre alle dinamiche creditizie, si assiste anche a una progressiva riduzione degli sportelli bancari sul territorio. Torriero ha evitato il termine “desertificazione”, ma ha evidenziato che, a giugno 2024, erano attivi oltre 20.000 sportelli bancari in Italia. Questa riduzione non è un fenomeno isolato e riguarda anche altri Paesi europei, anche se in Italia la contrazione è stata meno marcata rispetto al resto d’Europa.
Parallelamente, cresce l’uso della banca a distanza, mentre le visite in filiale continuano a calare. Fattori demografici ed economici, soprattutto in aree meno densamente popolate, giocano un ruolo significativo in questo cambiamento, spesso accompagnato dalla mancanza di altri servizi essenziali come farmacie, uffici postali e stazioni ferroviarie.
Bonifici istantanei e nuove sfide per il sistema bancario
Guardando al futuro, l’ABI prevede un forte incremento dell’uso dei bonifici istantanei entro il 2025, grazie a normative che allineeranno i loro costi a quelli dei bonifici ordinari. Tuttavia, si dovrà porre grande attenzione alla sicurezza per prevenire truffe legate all’utilizzo di questi strumenti digitali.
Infine, il presidente Antonio Patuelli ha toccato il tema della forza lavoro nel settore bancario, affermando che non vi è invecchiamento del personale, ma una maggiore qualificazione e professionalizzazione, rispondendo così alle sfide sempre più complesse che il settore si trova ad affrontare.
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