Pubblicato il 2 maggio 2024 su Punti di vista sul mercato

Il Taglio dei tassi della BCE si avvicina

Il tasso di inflazione annuo nell’Eurozona rimane stabile al 2,4%, ma il calo dell’inflazione core sembra indicare che la BCE agirà prima della Federal Reserve.

L’inflazione nell’Eurozona è rimasta costante al 2,4% su base annua ad aprile, secondo le stime flash di Eurostat, in linea con le previsioni degli economisti. Tuttavia, l’inflazione core, che esclude i costi energetici e alimentari, è scesa al 2,7% su base annua, rispetto al 2,9% di marzo. Questo suggerisce che la Banca Centrale Europea (BCE) potrebbe tagliare i tassi di interesse nella riunione di giugno.

Michael Field, strategist di mercato europeo di Morningstar, ha commentato: “Dopo il calo dell’inflazione a marzo, una lettura stabile ad aprile è positiva. Il continuo calo dell’inflazione core è un segnale incoraggiante. In passato, c’era preoccupazione che l’inflazione dei servizi potesse aumentare in Europa a causa della rigidità del mercato del lavoro, ma i dati suggeriscono il contrario”.

Ad aprile, i servizi hanno maggiormente contribuito all’inflazione dell’Eurozona (3,7% rispetto al 4% di marzo), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (+2,8% su base annua, in aumento rispetto al mese precedente), beni industriali non energetici (+0,9%) ed energia (-0,6%), secondo Eurostat.

La BCE potrebbe tagliare i tassi il 6 giugno

La riunione di politica monetaria della BCE è prevista per il 6 giugno e molti economisti, insieme ad alcuni funzionari della BCE, prevedono un primo taglio dei tassi di interesse in quella data.

Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, ha dichiarato in un’intervista a Le Monde che “il taglio dei tassi di interesse a giugno è una certezza”.

Nonostante l’economia europea abbia evitato una recessione più grave alla fine dello scorso anno, si prevede comunque una ripresa debole nel breve termine. Di conseguenza, la prossima mossa dei tassi sembra essere al ribasso per la BCE.

Reazione di euro e dollaro

I dati sull’inflazione dell’Eurozona sembrano confermare una divergenza di politica monetaria tra Europa e Stati Uniti. Con gli investitori che si preparano alla possibilità di un taglio dei tassi di interesse in autunno o più tardi da parte della Fed, il dollaro potrebbe rafforzarsi rispetto all’euro. Tuttavia, ciò potrebbe comportare costi più elevati per gli investitori esposti al mercato statunitense.

La recente forza del dollaro USA riflette il sentiment attuale dei mercati nei confronti della Fed. Le aspettative dei trader sono state ridimensionate, lasciando aperto un interrogativo sulle prossime mosse delle banche centrali, con la BCE che potrebbe anticipare la Fed nel tanto atteso pivot monetario.

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