La ricetta per rilanciare il Private equity
L’industria del private equity sta affrontando una sfida cruciale: far ripartire il fund raising e restituire capitali ai limited partner che stanno vivendo una crisi di liquidità. Secondo il rapporto Private Equity Midyear 2023 di Bain & Company, gli investitori devono concentrarsi su exit, operazioni sul mercato secondario e ricapitalizzazioni per far fronte alla situazione.
Roberto Fiorello, responsabile italiano del private equity di Bain & Company, avverte che adottare un approccio attendista durante un periodo di contrazione economica non è efficace nel private equity. Tuttavia, con un quadro economico più chiaro che emerge, il mercato globale del private equity e quello italiano sembrano stabilizzarsi.
Le preoccupazioni riguardo ai livelli di liquidità troppo elevati sembrano ingiustificate, in quanto il “dry powder” si mantiene intorno ai 3.700 miliardi di dollari, e il 75% di questa somma è ancora disponibile per nuovi investimenti. Nonostante le difficoltà nel chiudere operazioni, le condizioni sui prestiti delle banche commerciali stanno diventando meno vantaggiose, rendendo il private credit un’alternativa più interessante.
Un dato importante è che i fondi di buyout hanno ancora asset in portafoglio per 2.800 miliardi di dollari, quattro volte il livello durante la crisi finanziaria globale. Le exit si sono contratte più bruscamente nel primo semestre del 2023, e il Distributed to Paid-In Capital (DPI) sta diventando un criterio cruciale per i limited partner a corto di liquidità.
Guardando ai primi sei mesi del 2023, gli investimenti globali dei fondi di buyout sono calati del 58% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo 202 miliardi di dollari. Le exit hanno subito una pressione significativamente maggiore, con disimpegni sostenuti dai buyout scesi a 131 miliardi di dollari (-65% rispetto allo scorso anno).
La raccolta di fondi è stata sorprendentemente impegnativa nel 2023, con i limited partner stretti da impegni pre-esistenti non finanziati e un flusso di cassa negativo legato alla contrazione dei disinvestimenti. La concorrenza è aumentata, con quasi 14.000 fondi di capitale privato che competono per un capitale totale di 3.300 miliardi di dollari. La raccolta nei primi sei mesi si è ridotta a 517 miliardi di dollari (-35% rispetto all’anno precedente).
Gli esperti di Bain sottolineano che i dati sulla raccolta potrebbero essere un indicatore sfalsato, ma il rallentamento del capitale disponibile e l’aumento della concorrenza stanno spingendo i fondi a migliorare le loro capacità di raccolta. In sintesi, la ripartenza del fund raising e una strategia lungimirante sono fondamentali per affrontare le sfide attuali nel settore del private equity.
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