Il Gruppo Immobiliare Signa Dichiara Fallimento: Uno dei Più Grandi Crac nella Storia dell’Europa
Il Gruppo Immobiliare Signa, la maggiore società immobiliare privata dell’Austria, ha ufficialmente presentato istanza di insolvenza a Vienna. La richiesta segue di pochi giorni quella della sua filiale tedesca, Signa Real Estate Management Germany, che ha depositato istanza di fallimento al tribunale distrettuale di Berlino Charlottenburg.
La decisione è stata presa dopo strenui sforzi da parte del fondatore, René Benko, il cui patrimonio è stimato a 2,8 miliardi di dollari, per garantire la liquidità necessaria a una ristrutturazione extragiudiziale. Nonostante ciò, Signa Holding ha presentato domanda per una procedura di riorganizzazione, utilizzando la possibilità di autoamministrazione prevista dal diritto societario austriaco.
Impatto Finanziario: Signa Group ha dozzine di istituti europei esposti, tra cui Julius Baer, Raiffeisen e UniCredit, con quest’ultima e l’austriaca Raiffeisen che insieme hanno un’esposizione complessiva di circa 1,5 miliardi di euro. Secondo le stime di JPMorgan, Signa deve ancora restituire ai finanziatori almeno 13 miliardi di euro.
Impatto Settoriale: Oltre al settore bancario, il crac di Signa metterà sotto pressione il retail europeo, dato che il gruppo detiene la maggioranza di catene importanti, inclusi Galeria Kaufhof e KaDeWe in Germania e Globus in Svizzera. Gli asset complessivi del gruppo valgono 27 miliardi di euro, a cui si aggiungono 25 miliardi di euro di progetti in corso.
Personalità Coinvolte: Tra i coinvolti figurano importanti figure del mondo degli affari europeo, come la famiglia Peugeot, i Rausings di Tetra Pak, Klaus-Michael Kühne nel settore della logistica, Roland Berger dell’omonima società di consulenza manageriale, Ernst Tanner, presidente di Lindt & Sprüngli, Hans Peter Haselsteiner, industriale austriaco, Torsten Toeller, magnate del cibo per animali, e gli eredi di Niki Lauda, leggenda austriaca della Formula 1.
Cifre Chiave: Gli asset di Signa Group valutati in 27 miliardi di euro, con ulteriori 25 miliardi di euro di progetti in cantiere.
Nota Aggiuntiva: L’istanza di autoamministrazione consentirà al gruppo di tentare una ristrutturazione aziendale mantenendo il controllo interno del processo senza affidarlo a un amministratore esterno.
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