Pubblicato il 6 luglio 2022 su Rassegna Stampa

Risparmi e investimenti: dove finiscono i soldi degli italiani?

Il significativo incremento della mole di capitale confluito in Fondi comuni e analoghi registrato negli ultimi anni dimostra che i prodotti dell’industria del risparmio gestito sono ormai diffusi in larga scala nei portafogli degli investitori. La fiducia degli investitori è dunque inequivocabile.

Anche gli italiani si sono mossi seguendo questa tendenza di mercato, nonostante rimangano ancorati a paradigmi di investimento e gestione del risparmio “alla vecchia maniera”.

Ma dove confluiscono questi capitali? Che prodotti vengono scelti e dove vengono investiti realmente i soldi?

Secondo i report di Bankitalia i capitali investiti arrivano purtroppo in piccolissima parte alle società non finanziarie residenti. Solo il 2,5% del portafoglio dei fondi detenuti dalle famiglie è investito in questa tipologia di titoli, a fronte del 50% circa che è invece destinato alla sottoscrizione di azioni e obbligazioni di aziende estere, che hanno sede principalmente negli Stati Uniti e, alcune, anche in Paesi dell’Eurozona come Germania, Francia e Gran Bretagna. 

La relazione annuale di Bankitalia offre una panoramica completa della gestione del patrimonio delle famiglie e ci spiega come queste abbiano conservato la preferenza per prodotti a basso rischio: proseguono gli acquisti di obbligazioni e azioni e nel mentre crescono i depositi a vista.

Aumentano, inoltre, gli acquisti di prodotti offerti da investitori istituzionali. Il risparmio gestito rappresenta il 34% circa della ricchezza finanziaria, un valore superiore di circa 15 punti rispetto a quello di dieci anni fa e ormai in linea con la media dell’area euro.

All’espansione della componente di risparmio gestito hanno contribuito in buona parte le sottoscrizioni di quote di fondi comuni e polizze assicurative la cui incidenza sul totale delle attività finanziarie è salita di un’abbondante 5% rispetto alla decade scorsa.

La relazione di Bankitalia offre una prospettiva interessante anche sul tema dell’indebitamento delle famiglie.

Dalle indicazioni dell’istituto di via Nazionale, nel 2021 i debiti delle famiglie verso banche e società finanziarie sono cresciuti del 4,3% raggiungendo alla fine dell’anno una quota pari al 64% del reddito disponibile. Questo valore, seppur elevato, rimane comunque molto al di sotto della media dell’area euro.

Anche i mutui sono aumentati, con un tasso di crescita annuale del 5%. Le nuove erogazioni sono incrementate soprattutto per la clientela più giovane, complice i potenziamenti delle garanzie pubbliche per l’acquisto della prima casa. Secondo i dati Consap, i finanziamenti concessi con garanzia a valere sul Fondo prima casa per gli under 36 sono stati circa 32.000 per un totale di quasi 4 miliardi.

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