Alta volatilità ed elevati scambi in Borsa
La volatilità è alle stelle nei mercati e gli scambi in Borsa continuano ad aumentare. Non c’è dunque da sorprendersi se alle spalle si ha un semestre così travagliato come quello chiuso lo scorso 30 giugno.
La volatilità sul listino ha costretto gli attori di mercato agli “straordinari”: in particolare negli ultimi 6 mesi ha rilevato la crescita della platea retail rimasta talvolta defilata.
La conferma della crisi arriva dall’analisi degli scambi su Borsa Italiana condotta da Assosim, l’associazione che rappresenta gli intermediari sui mercati finanziari. Quest’ultima ha pubblicato il report relativo al primo semestre 2022 e ciò che emerge dall’analisi è che, in termini di performance, il semestre appena concluso è il peggiore in assoluto con il Ftse che ha perso oltre il 22% da inizio anno.
Il controvalore degli scambi è comunque cresciuto dell’8,52% rispetto al primo semestre del 2021, con un aumento del 4,65% anche del numero delle operazioni che ha raggiunto i 45 milioni di euro.
Secondo Gianluigi Gugliotta, segretario generale Assosim, l’aumento degli scambi nel primo semestre 2022 è da attribuire sostanzialmente all’incremento dell’indice di volatilità, che è cresciuto del 250%.
Inoltre i gestori hanno dovuto effettuare numerosi aggiustamenti di portafoglio spinti dalla necessità di “assecondare” l’andamento dei mercati. Sono inoltre da considerarsi fra i responsabili di questa situazione i rilevanti flussi di ordini pervenuti dai gestori esteri.
Da evidenziare come l’analisi dei dati effettuata da Assosim abbia messo in luce che la spinta sia arrivata soprattutto dagli scambi effettuati dagli intermediari per conto proprio in crescita del 13,5% su Euronext Milan Domestic, a discapito poi della diminuzione delle operazioni per conto terzi.
In testa alle classifiche degli intermediari per le azioni elaborate, aggregando i volumi scambiati dagli associati Assosim in conto terzi su Euronext Milan Domestic, Euronext Growth Milan ed Equiduct, nonché sugli internalizzatori sistematici eventualmente gestiti, si confermano con una grande quota di mercato del 25% FinecoBank, Intesa SanPaolo e Banca Akros.
Resta quindi alto l’interesse per il comparto azionario, dove i gestori continuano ad ottimizzare le posizioni ed i portafogli. L’intenzione è combattere gli effetti di un mercato ribassista che per ora non dà segni di forza rialzista.
In Italia intanto si aspettano assestamenti degli assetti governativi e i prossimi interventi della BCE sui tassi. Al momento Christine Lagarde ha annunciato rialzi per combattere l’inflazione incalzante in zona euro.
La situazione dovrà essere monitorata con cura: troppi eventi macroeconomici insistono contemporaneamente sulla direzionalità dei mercati e la volatilità riflette proprio questa condizione di incertezza.
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