Coronavirus: Cosa ne pensano le societa’ di gestione?
Milano, la citta’ che corre sempre, sembra essersi presa un break dalla consueta frenesia che la contraddistingue: strade semi deserte, locali chiusi, parcheggi ovunque, ma non e’ Agosto. Purtroppo sappiamo tutti il motivo di questa anomala condizione, perche’ non si fa altro che parlare del Coronavirus di Wuhan, con l’Italia al terzo posto nella classifica mondiale per numeri di casi.
Il contraccolpo maggiore lo stanno subendo il settore della grande distribuzione, dell’export, dei viaggi; i titoli nel settore turismo, come compagnie aeree agenzie di viaggi, catene di hotel, stanno registrando l’impatto maggiore di perdite su titoli. Si teme per le conseguenze sull’economia italiana, che potrebbe scivolare in recessione, e riportare effetti a cascata anche su quella europea e globale.
Le società di gestione sembrano tuttavia porsi con ottimismo nei confronti dell’andamento dei mercati. Non considerano significativa la possibilità di uno ‘shock’ sistemico da Coronavirus. in particolare vediamo qui sotto i commenti di Goldman Sachs, Eurizon A.M., Amundi AM, Blackrock e Kairos Group.
Secondo le stime preliminari effettuate da Goldman Sachs, sulle implicazioni dell’epidemia di Coronavirus, queste indicano un modesto impatto di 0,1-0,2 punti percentuali sulla crescita globale per il 2020, stando allo scenario nel quale di base il tasso di nuove infezioni raggiungerà il picco nel primo trimestre del 2020. Ci si aspetta perciò, che l’impatto negativo sulla crescita globale del primo trimestre, sia in gran parte compensato dalla successiva ripresa durante l’anno. Sui mercati azionari già si sono registrate reazioni agli sviluppi contrastanti dell’epidemia di Coronavirus, mettendo a segno nuovi massimi grazie al ritorno del sentiment rialzista degli investitori.
Goldman suggerisce ‘di rimanere investiti, prestando però attenzione ai rischi di ribasso ancora elevati’ monitorando da vicino l’evolversi della situazione.
Eurizon A.M. afferma che per il momento il Coronavirus sta generando un forte clamore mediatico, a fronte di un impatto limitato alle regioni nelle vicinanze dell’epicentro dell’epidemia. Il contagio a livello globale (per quanto riguarda i mercati finanziari) ad oggi sembra essere modesto. Eurizon sostiene che l’evento sarebbe in grado di cambiare il quadro di riferimento se, ipotesi poco probabile, tutti i tentativi sanitari di contenerlo si riveleranno inutili e la ricerca del vaccino non produrrà risultati. Nel caso in cui il virus si diffondesse molto rapidamente e ogni Paese ergerà barriere fisiche di protezione e questo durerà mesi, allora l’impatto macro si rivelerebbe serio e soprattutto non curabile con la politica monetaria. Più probabilmente come la SARS, il Coronavirus sta portando shock temporanei, senza effetti permanenti sulle prospettive per l’economia cinese e globale.
Mike Pyle, capo stratega globale degli investimenti con BlackRock, ha pubblicato un post del 20 febbraio sul blog di BlackRock di come si sono evolute le prospettive dell’azienda dall’inizio dell’epidemia di coronavirus.
‘Ci aspettiamo ancora che la crescita globale raggiunga un livello più alto quest’anno, anche se l’epidemia di coronavirus ha creato incertezze’, afferma. ‘Recuperi a forma di V nelle attività economiche, si sono manifestate nel passato contestualmente alla presenza di epidemie e ci si potrebbe aspettare una ripetizione di tale modello. Tuttavia, la profondità e la larghezza della ‘V’ questa volta sono altamente incerte. Questo focolaio potrebbe essere più dirompente di quelli passati, perché potrebbe essere più grave a causa della maggiore dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali’.
Pyle osserva che i recuperi dalle epidemie in passato sono stati guidati dalla domanda repressa dei consumatori e da un riavvio nella produzione. Ma suggerisce anche che nel caso del coronavirus, la storia potrebbe essere una guida inaffidabile.
Da Londra arrivano dichiarazioni circa la posizione di Amundi Asset Management, la quale ha dichiarato un approccio più cauto sui titoli europei e statunitensi, rispetto ai titoli azionari dei mercati emergenti, nel contesto del sell-off in corso scatenato dall’allargamento del coronavirus.
Il rischio principale ora à l’abbassamento della percezione sull’affidabilità del mercato (attività di rischio ai massimi storici di febbraio) la quale potrebbe innescare una reazione eccessiva degli operatori, sostiene Pascal Blanque, CIO di Amundi, che gestisce 1,7 trilioni di euro.
Amundi ha affermato, tuttavia, che una volta che i rischi di escalation del virus si saranno attenuati, le azioni con valori ‘ciclici’ soprattutto in Europa, le azioni dei mercati emergenti focalizzate sul mercato interno, le valute emergenti e alcune obbligazioni ad alto rendimento nei paesi in via di sviluppo e in Italia, sarebbero in linea per un rimbalzo.
Ottimista anche Giulio Maria Brera, CIO di Kairos Group che vede nel medio-lungo periodo la possibilità di beneficiare dei rialzi del mercato. Per ora Kairos ha ‘abbassato le vele’ e reso i portafogli gestiti da Kairos liquidi o liquidabili. L’Europa, sostiene Brera, potrebbe soffrire di più perché non ha un sistema autonomo di banche centrali in grado di aiutare l’economia: in proposito, nel frattempo Hong Kong lancia un piano di aiuto diretto per i propri cittadini per contrastare lo shock che sta subendo.
I mercati dormono e reagiscono in fretta. E bisogna farsi trovare pronti, cogliendo gli ‘spunti di luce’ che si vedranno nel breve termine.
Per ora, nell’attesa di una stabilizzazione dello scenario, anche noi di Fundstore, suggeriamo di non prendere scelte azzardate dettate dalla non lucidità che può indurre un simile evento. Restare con gli occhi aperti, continuare ad informarsi mantenendo razionalità e lungimiranza.
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