Pubblicato il 31 dicembre 2025 su Punti di vista sul mercato

Emergenti protagonisti nel 2026: valutazioni, crescita e nuova fiducia

Dopo anni di marginalità, i mercati emergenti stanno tornando al centro dell’attenzione degli investitori globali. Il contesto è cambiato: il dollaro perde forza, le politiche monetarie diventano più favorevoli e la crescita – soprattutto rispetto ai Paesi sviluppati – torna ad accelerare. “C’è spazio perché gli emergenti continuino a sovraperformare nel 2026”, afferma Derrick Irwin di Allspring Global Investments, indicando Brasile e Indonesia come esempi di Paesi con valutazioni interessanti e beneficiari dei legami commerciali con la Cina. Il rimbalzo è già nei numeri. Nel 2025 l’indice dei mercati emergenti ha guadagnato circa il 20%, battendo i mercati sviluppati di oltre otto punti percentuali. Secondo Riccardo Volpi (Pharus Sicav), lo sconto resta significativo: “Gli emergenti trattano ancora con multipli inferiori del 40–50% rispetto ai Paesi avanzati, nonostante utili attesi in crescita”.

Debito emergente: fondamentali più solidi

Anche sul fronte obbligazionario i segnali sono costruttivi. “La disinflazione è più avanzata rispetto a USA ed Europa”, spiega Enzo Puntillo di Swisscanto Asset Management. Le banche centrali emergenti hanno agito in anticipo e oggi possono sostenere la crescita con politiche più accomodanti. Con un dollaro più debole, valute ancora sottovalutate e spread interessanti, il debito in valuta locale torna attrattivo, soprattutto in Paesi con bilance dei pagamenti solide come Brasile e Sudafrica.

Asia, motore tecnologico della nuova fase

Il cuore della ripresa batte però in Asia. L’indice MSCI Asia ex Japan ha segnato un forte recupero e, secondo Rushil Khanna di Ostrum Asset Management, la crescita degli utili regionali nel 2026 potrebbe superare quella statunitense. L’intelligenza artificiale è il vero catalizzatore: semiconduttori, fonderie e hardware restano concentrati tra Cina, Corea e Taiwan. “Non esiste IA generativa senza l’Asia”, sintetizza il gestore. Anche per Sammy Suzuki di AllianceBernstein, il momento è favorevole: la domanda globale di chip e componenti sostiene le aziende asiatiche. In Cina, pur con una crescita più moderata, emergono nicchie in espansione grazie a un approccio governativo più pragmatico verso il settore privato. Più cautela invece sull’India, dove il potenziale resta elevato ma le valutazioni appaiono tirate.

Non solo Asia: Sud globale ed Europa centro-orientale

Il recupero degli emergenti è un mosaico più ampio. Brasile, Medio Oriente ed Europa centro-orientale stanno beneficiando di riforme, investimenti e flussi UE. Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria hanno registrato performance rilevanti, sostenute da inflazione in calo, primi tagli dei tassi e forte integrazione con la Germania. Fondi europei e maggiore spesa per la difesa rafforzano ulteriormente le prospettive.

Selettività e rischi restano centrali

Il quadro è più favorevole, ma non privo di incognite: geopolitica, politiche commerciali USA e rallentamenti inattesi restano fattori da monitorare. La chiave, concordano i gestori, è la selettività. Dopo anni di sottovalutazione, i mercati emergenti hanno ritrovato voce. La sfida ora è distinguere chi potrà davvero beneficiare di questo nuovo ciclo.



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