Pubblicato il 12 dicembre 2025 su Punti di vista sul mercato

BlackRock accelera sui mercati privati

BlackRock alza il piede sull’acceleratore dei mercati privati e punta con decisione alla clientela non istituzionale. Private equity, private credit e infrastrutture non sono più un territorio riservato a pochi grandi investitori, ma diventano sempre più una componente strutturale dell’offerta rivolta a private banking e, progressivamente, anche al segmento retail evoluto.

A chiarire la direzione è stato lo stesso Larry Fink, CEO del più grande asset manager al mondo, nella sua ultima lettera agli investitori: “L’integrazione tra asset class tradizionali e mercati privati rappresenta una leva strategica per generare valore in Europa e oltre”. Una dichiarazione che fotografa con precisione la strategia del gruppo, forte di masse in gestione superiori a 13mila miliardi di dollari.
Secondo le stime citate da BlackRock, basate sui dati AIPB, il mercato globale degli asset alternativi è destinato a raggiungere 20mila miliardi di dollari entro il 2029, crescendo a un ritmo doppio rispetto alla decade precedente. Una traiettoria che il colosso statunitense intende cavalcare anche in Italia, come conferma Gian Marco Castellani, head of Wholesale Italia.

Perché i mercati privati sono centrali nella strategia BlackRock

Alla base della spinta strutturale sui private markets ci sono tre motivazioni principali. In primo luogo, la diversificazione: gli asset non quotati consentono di ridurre la dipendenza dai mercati pubblici, sempre più correlati tra loro. In secondo luogo, la possibilità di catturare l’illiquidity premium, ossia un rendimento potenzialmente superiore in cambio di un orizzonte temporale più lungo. Infine, la partecipazione diretta alle mega-forze di trasformazione dell’economia globale.
Secondo BlackRock, molte delle aziende protagoniste della transizione energetica, della digitalizzazione e dei cambiamenti demografici crescono e maturano proprio nel mondo non quotato, beneficiando di maggiore flessibilità operativa e di tempi di sviluppo incompatibili con le logiche di Borsa. È anche per questo che il gruppo vede i mercati privati come un pilastro imprescindibile dei portafogli di lungo periodo.

Europa in prima linea, tra capitali e regolamentazione

Il Vecchio Continente gioca un ruolo chiave in questa evoluzione. L’Europa, spiegano da BlackRock, è impegnata in una profonda riconfigurazione dei propri mercati dei capitali, spinta dalla necessità di finanziare transizione energetica, innovazione tecnologica e intelligenza artificiale.
Le stime interne indicano che il patrimonio dei fondi di private markets domiciliati in Europa potrebbe superare 5.000 miliardi di euro entro il 2030, sostenuto da uno dei tassi di crescita annualizzati più elevati a livello globale. A trainare questo sviluppo concorrono tre fattori strutturali:

  • il fabbisogno di capitali per sostenere la doppia transizione green e digitale;
  • un tessuto industriale dominato da PMI a controllo privato;
  • l’evoluzione normativa verso una maggiore democratizzazione dell’accesso.

Italia: domanda in crescita, ma il potenziale è ancora inespresso

Anche in Italia i segnali sono incoraggianti. Secondo i dati AIPB citati da BlackRock, il patrimonio investito nei fondi chiusi tramite il private banking è passato da poco più di 2 miliardi di euro nel 2018 a quasi 11 miliardi nel 2024. Parallelamente, gli ELTIF hanno raggiunto masse complessive pari a circa 1,7 miliardi di euro.
Numeri che indicano un cambio culturale già avviato, ma non ancora maturo. “Oggi meno dell’1% dei portafogli superiori ai 500mila euro ha esposizione ai mercati privati”, osserva Castellani. Per avvicinarsi alla media globale del 5-10% — o addirittura al 20% tipico degli investitori istituzionali — è necessario intervenire su barriere ancora rilevanti: soglie di accesso elevate, scarsa trasparenza nella valorizzazione e complessità percepita.

ELTIF 2.0: la svolta normativa e i nuovi fondi BlackRock

La vera accelerazione può arrivare dal quadro regolamentare. Gli ELTIF hanno rappresentato un primo passo verso l’apertura dei private markets, ma la loro versione iniziale presentava rigidità poco compatibili con il pubblico retail.
L’introduzione degli ELTIF 2.0 segna, secondo BlackRock, un cambio di passo decisivo. “Le nuove regole prevedono valorizzazioni tipicamente mensili, maggiore flessibilità nella gestione della liquidità e l’eliminazione dei minimi di investimento”, spiega Castellani. Strutture più vicine ai fondi aperti, pur nel rispetto della natura illiquida dell’asset class.
In questo contesto si inseriscono i nuovi prodotti lanciati dal gruppo:

  • BlackRock Multi Alternatives Growth Fund, un fondo multi-alternativo che diversifica tra private equity, private credit e altre asset class non quotate;
  • BlackRock Private Equity Fund, focalizzato in modo più diretto sul capitale privato.

Finestre di rimborso trimestrali, sottoscrizioni mensili, lock-up iniziali contenuti e una quota di strumenti liquidi in portafoglio sono elementi pensati per migliorare l’esperienza dell’investitore senza snaturare il profilo di rischio. “Questi veicoli rappresentano la vera innovazione per aumentare la penetrazione degli asset non quotati nei portafogli”, sottolinea Castellani.

Oltre i prodotti: piattaforma, scala e selezione

La strategia di BlackRock non si esaurisce nell’offerta di nuovi fondi. Il gruppo rivendica una delle piattaforme più avanzate dell’industria, capace di analizzare ogni anno circa 9.000 opportunità di investimento grazie a relazioni con oltre 750 general partner globali. Solo il 5% supera il processo di selezione.
A rafforzare ulteriormente la posizione del gruppo sono arrivate tre acquisizioni strategiche nell’ultimo anno:

  • Global Infrastructure Partners (GIP) per le infrastrutture;
  • HPS Investment Partners per il private credit;
  • Preqin per dati e analytics.

“Oggi siamo uno dei principali player globali nei mercati privati, con una piattaforma che copre l’intero spettro delle asset class alternative”, evidenzia Castellani. Essere un asset manager generalista consente, secondo il manager, vantaggi competitivi difficili da replicare: scala globale, capillarità commerciale e specializzazione dell’offerta.

La vera sfida è culturale

Nonostante il progresso normativo e l’innovazione di prodotto, BlackRock riconosce che la partita decisiva si gioca sul terreno della cultura finanziaria. Comprendere l’illiquidità, accettare orizzonti temporali più lunghi e gestire correttamente le aspettative di rendimento richiede un lavoro di accompagnamento continuo.
“È fondamentale aiutare clienti e consulenti a sviluppare una comprensione più profonda degli strumenti illiquidi”, conclude Castellani. Per BlackRock, l’allargamento dei mercati privati non è solo una questione di prodotti, ma il segno di una nuova fase dell’industria del risparmio gestito, in cui pubblico e privato smettono di essere mondi separati e diventano parti complementari di un’unica strategia di investimento di lungo periodo.

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