È un buon momento per investire in azioni europee?
L’azionario europeo resta interessante in ottica di valutazione, con multipli più bassi rispetto agli Stati Uniti e opportunità selettive nei settori difensivi come beni di consumo e immobiliare.
L’Europa è più conveniente del mercato USA
Dai minimi dell’8 aprile, i mercati globali hanno registrato un forte recupero. Da inizio anno al 10 ottobre, l’indice Morningstar Global Markets Index è salito del 23,9% in euro, trainato da un miglioramento del sentiment macroeconomico. In questo contesto: l’indice US Market è salito del 23,1%; l’indice Europe del 21,1%.
La differenza di rendimento tra le due aree ha però generato un divario nelle valutazioni relative. Secondo Morningstar, il mercato europeo è sottovalutato del 5% rispetto al fair value (rapporto P/FV 0,95), mentre quello statunitense risulta sopravvalutato del 3% (P/FV 1,03).
In altre parole, l’Europa offre oggi un punto d’ingresso più interessante rispetto agli USA.
Stili e capitalizzazioni: convergenza tra value e growth
Il divario tra i titoli value e growth si è ridotto notevolmente nel 2025.
Entrambi i segmenti trattano a livelli molto simili, con un rapporto P/FV di 0,94-0,95, segnale di un mercato più equilibrato.
Lo stesso vale per le dimensioni aziendali: le large cap europee presentano un P/FV di 0,95; le small cap si attestano su 0,93, mantenendo quindi uno sconto interessante.
Questa convergenza riflette un contesto di minore dispersione delle valutazioni, che apre opportunità diffuse piuttosto che limitate a pochi titoli.
Danimarca la più economica, Spagna la più cara
Le differenze tra i Paesi europei restano significative.
La Danimarca è il mercato più sottovalutato, con un P/FV di 0,80, grazie soprattutto a Novo Nordisk (che da sola pesa il 41% dell’indice nazionale). L’Italia risulta leggermente sopravvalutata (+3%), mentre Spagna è il mercato più caro, con un premio dell’8% rispetto al fair value (P/FV 1,08).
La sopravvalutazione dei mercati iberici e italiani deriva in gran parte dal peso elevato del settore finanziario, oggi il comparto più caro d’Europa.
I settori più convenienti: consumo difensivo e immobiliare
L’analisi per settore mostra che solo il finanziario appare sopravvalutato, con un P/FV medio di 1,06. In particolare, Banco Santander tratta con un premio del 22% e UniCredit del 13%.
All’opposto, i comparti più interessanti in ottica value sono: Immobiliare, sottovalutato di oltre il 20%; Beni di consumo difensivi, con P/FV a 0,88.
Tra i titoli di riferimento, Nestlé tratta con uno sconto del 18%, mentre Unilever del 11%. Queste società offrono stabilità, dividendi solidi e valutazioni attraenti, rendendole particolarmente adatte a chi cerca difesa in portafoglio.
Come interpretare il rapporto Prezzo/Fair Value
Il rapporto P/FV misura quanto un titolo è sopravvalutato o sottovalutato rispetto al suo valore intrinseco. Un valore inferiore a 1 indica sconto e potenziale rialzo. Un valore superiore a 1 indica premio e potenziale rischio di correzione.
Esempio: se una società vale 100 € secondo il fair value ma quota 90 €, il suo P/FV è 0,90 → titolo a sconto del 10%. Applicando questo parametro, l’azionario europeo mostra oggi valutazioni più favorevoli rispetto agli Stati Uniti, in particolare nei settori difensivi e nelle società a grande capitalizzazione.
Europa interessante, ma selettiva
Nonostante la minore performance rispetto a Wall Street, l’azionario europeo resta più conveniente e offre opportunità mirate. Chi punta su settori difensivi, aziende di qualità e Paesi sottovalutati come la Danimarca può trovare valore in un mercato che, nel complesso, appare equilibrato ma ancora sottoprezzato.
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