Pubblicato il 21 agosto 2025 su Punti di vista sul mercato

Fed: dopo Powell si apre la corsa alla presidenza. Da settembre partono i colloqui

L’amministrazione Trump si prepara a scrivere una nuova pagina per la Federal Reserve. Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha annunciato che subito dopo il Labor Day, a inizio settembre, inizieranno i colloqui ufficiali con i candidati alla presidenza della Fed. L’obiettivo è ridurre l’attuale lista di 11 nomi, che include figure interne all’istituto centrale, ex funzionari e leader del mondo finanziario.

“Abbiamo selezionato undici candidati molto forti. Li incontrerò a settembre per definire una rosa più ristretta da presentare al presidente Trump”, ha dichiarato Bessent a CNBC, sottolineando la qualità del gruppo composto sia da esperti di politica monetaria che da manager di primo piano del settore privato.

I possibili successori di Jerome Powell

Nella lista figurano alcuni nomi di peso come i governatori Michelle Bowman e Christopher Waller, il direttore del National Economic Council Kevin Hassett e l’ex governatore Fed Kevin Warsh. A questi si aggiungono Philip Jefferson (governatore Fed), Lorie Logan (presidente della Fed di Dallas), Larry Lindsey (ex governatore) e James Bullard, storico presidente della Fed di St. Louis.
Dal settore privato spiccano invece Rick Rieder (BlackRock), David Zervos (Jefferies) e Mark Sumerlin (ex vicedirettore del NEC). Una rosa eterogenea, che riflette la volontà della Casa Bianca di valutare sia la continuità con l’attuale board, sia un cambio di rotta più radicale.

Una scelta con forti implicazioni politiche

Il mandato di Jerome Powell scadrà ufficialmente a maggio 2026, ma la decisione della Casa Bianca potrebbe arrivare prima, per dare un segnale chiaro sul futuro della politica monetaria americana. Trump, infatti, spinge da mesi per una Fed più accomodante, capace di sostenere la crescita attraverso tagli dei tassi di interesse, oggi fermi al 4,5%.
Con un debito pubblico che ha superato i 37.000 miliardi di dollari e un mercato immobiliare sotto pressione, la partita della Fed assume una valenza politica oltre che economica.

L’appello di Bessent: “Serve un taglio più deciso”

Bessent ha rilanciato l’idea di un taglio dei tassi più profondo rispetto alle attese: 50 punti base contro i 25 che il mercato si aspetta. Secondo il Segretario al Tesoro, un intervento più deciso permetterebbe di ridare slancio all’edilizia residenziale e di contenere i prezzi nel medio periodo.
“Se continuiamo a frenare l’edilizia, rischiamo di generare nuove pressioni inflazionistiche tra uno o due anni. Un taglio oggi può stimolare investimenti, occupazione e consumi”, ha spiegato.

Con il rallentamento del mercato del lavoro e l’aumento degli investimenti legati a intelligenza artificiale e riforma fiscale, la Fed si trova di fronte a una sfida complessa: sostenere la crescita senza compromettere la stabilità dei prezzi. I colloqui di settembre rappresentano il primo passo verso una decisione che potrebbe cambiare radicalmente l’orientamento della politica monetaria statunitense.

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