Germania: l’IFO tocca i minimi degli ultimi quattro anni, cresce l’allarme recessione
La fiducia delle imprese tedesche crolla a 84,7 punti, segnalando un clima di crescente pessimismo per il 2025. La crisi di governo, con Olaf Scholz che non ottiene la fiducia in Parlamento, getta il Paese verso elezioni anticipate. Il quadro economico e politico della Germania appare sempre più fragile.
Indice IFO ai minimi storici dal 2019
Secondo i dati diffusi dall’IFO Institute, l’indice che misura la fiducia delle imprese tedesche ha toccato quota 84,7 punti a dicembre, in calo rispetto agli 85,6 di novembre e ben al di sotto degli 85,5 punti previsti dagli analisti. Si tratta del livello più basso registrato negli ultimi quattro anni, a conferma del crescente timore per il futuro dell’economia tedesca.
Sebbene l’indicatore relativo alle condizioni attuali abbia mostrato un lieve miglioramento (+0,8% rispetto agli 84,3 punti di novembre e +0,5% rispetto al consenso di mercato), l’indice sulle aspettative ha segnato un peggioramento, scendendo da 87 a 84,4 punti nel giro di un mese. Questo dato evidenzia come le prospettive per i prossimi mesi siano caratterizzate da forte incertezza.
Sondaggio IFO: solo il 12,6% delle imprese è ottimista
Le preoccupazioni emergono anche da un sondaggio condotto dall’IFO Institute, secondo cui solo il 12,6% delle imprese tedesche prevede un miglioramento delle proprie attività nel 2025. Al contrario, il 31,3% delle aziende prevede un peggioramento, mentre il restante 56,1% si aspetta che la situazione resti invariata.
Klaus Wohlrabe, responsabile dei sondaggi dell’istituto, ha descritto il quadro come “preoccupante”, sottolineando che “attualmente le imprese non vedono segnali di ripresa economica”. La sfida sarà ancora più impegnativa per il prossimo governo, considerando che l’intero tessuto industriale e produttivo tedesco appare pessimista:
- Settore edile: una società su due si aspetta un peggioramento.
- Vendita al dettaglio: il 42,1% teme una contrazione, mentre il 50% non prevede alcun miglioramento.
- Manifatturiero e servizi: solo il 15,7% e l’11,9%, rispettivamente, confidano in prospettive più favorevoli.
Crisi politica: Olaf Scholz non ottiene la fiducia
Sul fronte politico, la crisi di governo ha raggiunto il suo apice quando Olaf Scholz non è riuscito a ottenere la fiducia del Bundestag. Il 16 dicembre, il cancelliere tedesco ha ricevuto appena 207 voti favorevoli, lontano dai 394 necessari per proseguire il mandato.
La situazione era prevedibile dopo la fuoriuscita dei liberali di Christian Lindner dalla coalizione, ma le conseguenze sono rilevanti: la Germania si prepara a elezioni anticipate, previste per il 23 febbraio 2025. Ora la decisione spetta al presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, che avrà 21 giorni per confermare il voto anticipato, anche se il suo assenso è dato per scontato.
Scholz ha attaccato duramente i liberali, accusandoli di aver messo in scena “una recita” che ha danneggiato non solo il governo, ma anche la credibilità della democrazia tedesca. “Fare politica non è un gioco, bisogna avere la maturità morale per farlo”, ha dichiarato il cancelliere uscente.
Un’economia in difficoltà: verso il 2025 tra recessione e speranze
La Germania si trova a fronteggiare una stagnazione economica che perdura ormai da mesi. La debolezza della domanda interna ed esterna, accompagnata da una politica monetaria ancora restrittiva nonostante i primi segnali di riduzione dei tassi da parte della BCE, continua a pesare sulle prospettive economiche.
Nel 2024, la prima economia europea ha già mostrato segni di contrazione. I consumi privati sono rimasti deboli, nonostante eventi come gli Europei di calcio e gli incrementi salariali, mentre le previsioni sul PIL sono state riviste al ribasso. Il governo tedesco prevede ora una contrazione dello 0,2% per l’anno in corso, rispetto alla precedente stima di crescita dello 0,3%.
Guardando al 2025, le prospettive economiche restano fragili:
Crescita attesa del PIL: +1,1%, una leggera revisione al rialzo rispetto all’1% precedentemente stimato.
2026: previsione di crescita del PIL al +1,6%.
Questi dati, però, sono subordinati a una serie di variabili critiche, tra cui il risultato delle elezioni politiche, l’evoluzione della politica monetaria europea e l’andamento del commercio internazionale.
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