La BCE potrebbe rivedere i tagli di dicembre
Nel terzo trimestre, i salari dell’Eurozona hanno registrato un sorprendente incremento del 5,42% annuo, rispetto al 3,53% dei tre mesi precedenti. Questo dato, attribuito in gran parte ai contratti rinnovati in Germania (+8,8%), potrebbe spingere la BCE a optare per una riduzione più moderata dei tassi a dicembre, sfumando così l’ipotesi di un taglio di 50 punti base e lasciando probabile una diminuzione di 25 punti.
Salari e inflazione: il nodo delle politiche monetarie
La crescita delle retribuzioni si inserisce in un quadro di complessità per la politica monetaria. I “falchi” della BCE potrebbero utilizzare questi numeri per contrastare le aspettative di mercato, che scommettono su una serie di tagli consecutivi al costo del denaro fino alla primavera, con il tasso sui depositi che potrebbe scendere al 2% entro il 2025. Tuttavia, le “colombe” potrebbero sostenere che i recenti contratti salariali, non ancora inclusi nei dati, riflettono aumenti più contenuti, suggerendo una stabilizzazione futura.
La Financial Stability Review: rischi per crescita e debito sovrano
Nel frattempo, l’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria della BCE evidenzia come la crescita economica stia diventando la principale preoccupazione, superando il problema dell’inflazione. Il vicepresidente Luis de Guindos ha sottolineato come il contesto economico rimanga fragile, aggravato da tensioni geopolitiche e incertezze politiche.
La BCE mette in guardia su possibili rischi legati al debito sovrano, con Paesi come Italia, Spagna, Grecia e Portogallo particolarmente esposti a improvvisi rialzi dei rendimenti obbligazionari. In uno scenario di crescita potenziale debole e alti livelli di indebitamento, persiste il timore di una nuova crisi di fiducia nei mercati sulla sostenibilità del debito pubblico.
Mercati più vulnerabili a correzioni improvvise
Le valutazioni elevate nei mercati finanziari, unite a una concentrazione del rischio, aumentano la probabilità di correzioni repentine. La BCE evidenzia come le vulnerabilità nel settore del credito potrebbero peggiorare la qualità degli asset delle banche e degli intermediari non bancari. Nel settore immobiliare, i prezzi residenziali si stanno stabilizzando, mentre le proprietà commerciali continuano a subire l’impatto negativo dello smart working e dell’e-commerce.
L’allarme sulla bolla AI
La BCE avverte di un possibile “effetto bolla” legato all’intelligenza artificiale. Gli investitori sembrano eccessivamente ottimisti riguardo ai rendimenti futuri di poche grandi aziende leader del settore, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo il report, una correzione dei prezzi di queste aziende potrebbe avere ripercussioni globali sui mercati, già altamente integrati.
L’istituto sottolinea inoltre i rischi legati alla bassa liquidità detenuta da alcuni fondi di investimento, che potrebbero innescare vendite forzate di asset, amplificando eventuali ribassi sui mercati. Questo scenario richiede, secondo Francoforte, un’attenta gestione per evitare ulteriori turbolenze finanziarie.
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