Pubblicato il 17 ottobre 2024 su Punti di vista sul mercato

BCE pronta per il terzo taglio: ecco gli scenari secondo i gestori

I mercati prevedono un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base anche a dicembre. Alcuni analisti ipotizzano che Lagarde potrebbe essere spinta ad accelerare le manovre, ma molto dipenderà dalle situazioni economiche di Stati Uniti e Cina.

Con un’economia dell’Eurozona vicina alla recessione e un’inflazione in calo, Christine Lagarde e il suo team sembrano intenzionati ad allentare ulteriormente le misure restrittive. Questa è la convinzione degli investitori che attendono dall’imminente riunione della Banca Centrale Europea (BCE) l’annuncio di un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base, e che ipotizzano ulteriori riduzioni nei prossimi mesi. Secondo la maggior parte degli analisti, a Francoforte è ormai chiaro che bisogna intervenire per stimolare l’economia europea. Tuttavia, il consenso interno al Consiglio direttivo non è unanime: se da una parte c’è un accordo sulla necessità di una riduzione autunnale, i “falchi” predicano cautela a causa di una discesa troppo lenta dell’inflazione nei servizi e delle numerose incertezze geopolitiche, che spaziano dal Medio Oriente all’Ucraina, passando per Stati Uniti e Cina.

Taglio previsto anche per dicembre

Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, prevede che la BCE approverà un terzo taglio di 25 punti base. L’economista sottolinea che, dopo alcuni dati economici deludenti, i membri del Consiglio direttivo sono diventati più inclini a politiche accomodanti nei loro discorsi pubblici. Secondo Wolburg, durante la conferenza stampa, i mercati guarderanno con attenzione a eventuali segnali di ulteriori riduzioni future. Pur essendo improbabile che la BCE abbandoni l’approccio di valutare la situazione “riunione per riunione”, una maggiore attenzione ai rischi per la crescita e meno preoccupazione per l’inflazione potrebbero favorire ulteriori tagli graduali. Anche Michael Krautzberger, global cio fixed income di Allianz Global Investors, prevede una riduzione, seguita da un ulteriore taglio a dicembre, pur precisando che le decisioni della BCE continueranno a essere fortemente dipendenti dai dati economici. Krautzberger osserva inoltre che questi tagli potrebbero intensificare la tendenza all’irripidimento della curva dei rendimenti osservata nei mercati obbligazionari.

Tasso terminale previsto al 2% entro giugno 2025

Una visione simile è condivisa da Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, che sottolinea come il tasso attuale del 3,25% sia ancora troppo restrittivo. A suo avviso, qualsiasi eventuale rialzo dei prezzi potrebbe essere affrontato con tagli più lenti in futuro, ma è importante intervenire ora per proteggere l’economia dai rischi al ribasso. Nonostante l’inflazione interna sia ancora elevata, Veit prevede che la politica monetaria resterà restrittiva nel breve termine, con discussioni più dettagliate sul tasso neutrale previste per l’anno prossimo. A medio termine, Veit anticipa un tasso terminale intorno al 2% entro la seconda metà del 2025.

Possibile un’accelerazione nei tagli

Per Nadia Gharbi, senior economist di Pictet Wealth Management, il taglio di ottobre potrebbe rappresentare un’accelerazione verso un tasso neutrale stimato attorno al 2%. Gharbi prevede tagli consecutivi di 25 punti base in ogni riunione fino a giugno 2025. Tuttavia, non esclude la possibilità che la BCE possa essere costretta a intervenire ancora più rapidamente, eventualmente riducendo il tasso sui depositi al di sotto del livello neutrale. L’esperta avverte che le proiezioni di inflazione potrebbero scendere sotto l’obiettivo della BCE nel medio termine, e per questo sarà cruciale monitorare attentamente la crescita, il mercato del lavoro e le aspettative sui prezzi. Gharbi ritiene che una comunicazione chiara sulla valutazione del tasso di interesse neutrale sarà fondamentale per giustificare una riduzione più rapida dei tassi.

Influenze dagli USA e dalla Cina

Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price, mantiene un approccio più cauto. Secondo lui, Lagarde procederà con tagli ora e nelle prossime due riunioni, ma non saranno sequenziali, bensì mirati a proteggere l’economia da potenziali rischi. Wieladek osserva che la Germania è chiaramente afflitta da una debolezza economica strutturale, ma che la politica monetaria non può affrontare tali problemi. Escludendo Berlino, il resto dell’Eurozona appare invece resiliente, sia in termini di crescita che di mercato del lavoro. Wieladek segnala inoltre che i due maggiori rischi per la politica monetaria della BCE sono legati agli sviluppi in Cina e negli Stati Uniti: eventuali tensioni commerciali o una ripresa dell’economia cinese potrebbero avere ripercussioni significative sull’Eurozona. I risultati della politica monetaria europea, conclude l’economista, dipendono fortemente da ciò che accadrà in queste due potenze economiche.

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