Pubblicato il 17 ottobre 2024 su Punti di vista sul mercato

Aumento tassazione sulle Crypto nel 2025

Nel 2025, entrerà in vigore un significativo aumento dell’imposta sulle plusvalenze derivanti da Bitcoin e altre criptovalute, portando l’aliquota dal 26% al 42%. L’annuncio è stato fatto dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, durante una conferenza stampa sulla legge di bilancio 2025.

Secondo quanto dichiarato da Leo, l’aliquota del 42% si applicherà a tutte le criptovalute, anche se il riferimento esplicito è stato fatto al Bitcoin. Questo intervento è parte di una serie di misure pensate per reperire risorse da destinare a sostegno delle famiglie, dei giovani e delle imprese. La misura sarà ufficialmente confermata una volta che la legge di bilancio sarà approvata, e solo allora si saprà se riguarderà esclusivamente il Bitcoin o anche altre criptovalute.

Tassazione su Bitcoin: la normativa attuale

Dal 1° gennaio 2023, le plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute sono soggette a un’imposta sostitutiva del 26%, applicata sulla differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto, purché l’importo superi i 2.000 euro annui. Se le criptovalute sono custodite presso operatori qualificati, sarà compito di questi ultimi trattenere e versare l’imposta. Anche lo scambio tra criptovalute diverse è soggetto a tassazione, a meno che non si tratti di criptovalute dello stesso tipo.

La nuova legge di bilancio del 2025 introduce l’inasprimento dell’imposta, portandola al 42%. Tuttavia, questa decisione ha già suscitato forti critiche, come quella di Federico Ametrano, CEO e co-fondatore di CheckSig, che ha espresso preoccupazione per le conseguenze negative di questa politica fiscale.

Ametrano avverte che un’aliquota così alta potrebbe portare gli investitori a spostare i loro capitali all’estero, creando distorsioni di mercato. Inoltre, ha sottolineato come questo cambiamento penalizzerebbe le criptovalute rispetto agli investimenti in strumenti come Etp, Etc ed Etf, che rimangono tassati al 26%. Ametrano ha invitato il Ministero dell’Economia e delle Finanze a rivedere la decisione, al fine di evitare squilibri nel sistema fiscale.

Oltre 3,6 milioni di italiani detengono criptovalute

Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Blockchain & Web3 della School of Management del Politecnico di Milano, oltre 3,6 milioni di italiani possiedono criptovalute o token. La ricerca, presentata durante il convegno “Web3: Why, What and When?”, rivela che circa un terzo degli utenti (32%) ha acquistato criptovalute tramite piattaforme di exchange, mentre il 17% ha utilizzato servizi di wallet per l’acquisto diretto.

Il 38% degli italiani preferisce invece un’esposizione indiretta attraverso servizi di trading tradizionali o app bancarie. Tra i possessori di crypto-asset, il 37% utilizza servizi di exchange come Coinbase, Crypto.com e Binance, mentre il 36% opta per wallet non-custodial. Nel 2024 è aumentato il numero di utenti che detengono criptovalute su piattaforme di trading o app bancarie (38% contro il 23% del 2022), mentre l’adozione di NFT, giochi play-to-earn e applicazioni DeFi resta limitata, con solo l’8% degli intervistati coinvolti in queste attività.
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